venerdì 27 giugno 2008

L'Immagine della Kasta. La Reputazione della Politica

In questi giorni molti nostri colleghi devono districarsi tra intercettazioni, minacce di querele, scoop, presunte o meno violazioni della privacy, inchieste, lodi schifoidi bis/ter e raccomandazioni.
In realtà, anche se l'indagato è Uno e i suoi amici, è tutta la classe politica a dover tentare di salvare la Reputazione giunta ai minimi storici dai tempi di Tangentopoli. E insieme a lei tutta una ragnatela di clientele che insieme costituisce la famigerata Kasta sotto accusa ontologicamente.

Ora quale il ruolo del comunicatore in questo fenomeno? Oltre al (non facile) compito di gestire la comunicazione di crisi di alcuni personaggi nel breve periodo, emerge sempre più prepotente la necessità di un sistema di relazioni più trasparenti e pro-positive tra la Kasta e i suoi stakeholder (cittadini e imprese in primis) nel lungo periodo.

Dato che pare difficile aver fiducia in una palingenesi della classe politica, dato che i giornali stanno (giustamente) cavalcando questa crisi di rappresentanza, infine dato che i gli elettori sono sempre più tifosi e sempre meno cittadini, noi comunicatori in quanto gestori di relazioni pubbliche dovremmo lavorare sulla Reputazione, asset strategico della Politica, e lasciare da parte le preoccupazioni di Immagine, strumento tattico, utile (forse) a vincere le elezioni ma molto meno a governare il paese.


Poi, è ovvio, non sarà la comunicazione a risolvere questa crisi. I mali sono tanti e i budget pochi. Ma dal punto di vista della comunicazione politica sta a noi (a chi di noi può) offrire una prospettiva di lungo periodo e di buon governo delle relazioni.

giovedì 26 giugno 2008

E Gordon si mise in cerca di speechwriter

Si dimette Beth Russell, la speechwriter di Gordon Brown. La terza nel team di Brown a mollare quest'anno come racconta PRWeek: Gordon Brown's chief speechwriter has resigned, prompting the Prime Minister's top advisers to scour Whitehall in a 'desperate' bid to find a replacement.
PRWeek parla di una lettera che il collaboratore di Gordon, Heywood, avrebbe recentemente inviato a tutti i segretari chiedendo quasi disperato di autocandidarsi per il ruolo in questione.
Una fonte anonima di Downing Street avrebbe commentato ‘Beth ha fatto tutto il possibile in circostanze difficilissime. Ma il proble acon i discorsi di Brown non è l'autore ma quello che ci aggiunge El Gordo.'


PRWeek aveva recentemente rivelato che Downing Street aveva cercato altri speechwriters nella preoccupazione che i discorsi di Brown non fossero così efficaci.
Si allunga così la lista di defezioni e cambiamenti nello staff comunicazione di Downing Street.




Le defezioni:
July 08 Chief speechwriter Beth Russell to depart
June 08 Political secretary Fiona Gordon departs
April 08 ‘Visual gaffe monitor' Nicola Burdett enters. Head of digital comms Mark Flanagan enters
March 08 Strategy director Spencer Livermore departs. Strategy director David Muir and strategic comms adviser Nick Stace enter
Jan 08 Chief of strategy Stephen Carter enters

mercoledì 25 giugno 2008

Comunicare le auto ecologiche

Leggendo un pezzo di PRWeek Automotive PR has been hired to launch the world's first all-electric sports car in Europe sul lancio della Tesla e incrociando l'argomento a un progetto che abbiamo in stand by sulle auto ecologiche, mi è tornata alla mente una discussione che avevo avuto con alcuni esperti di auto elettriche qualche mese fa.

In pratica si diceva che il mercato delle auto elettriche in Italia è praticamente fermo a qualche mezzo di mobilità pubblica, a qualche veicolo utility e poco altro.
La convinzione di queste persone è che l'auto ecologica in Italia sia percepita ancora come uno scooter o un'ape evoluta. Qualcosa da mobilità urbana e poco altro. Tra l'altro spesso associata a una visione un po' "pauperista", "ecodepressa", "demode" e "anticonsumista" dell'auto.


Questa percezione generalizzata (di consumatori e produttori) fa sì che si continuino a produrre auto bruttine e si punto tutto su un certo tipo di comunicazione.
La Tesla, auto elettrica americana di alta gamma, rappresenta invece il contrario di questa percezione. Il fatto che sia stata venduta immediatamente negli USA in tutti i suoi esemplari e che ora si appresti a sbarcare in Europa dovrebbe allertare i produttori di eco-veicoli affinché sviluppino prodotti di maggior appeal e noi comunicatori a sviluppare un'immagine più attraente. Con la crisi energetica in corso e i prezzi dei carburanti in salita continua, mi sembrerebbe abbastanza furbo.

venerdì 20 giugno 2008

Doctor Robin or Mister Hide?

E' tornato Robin Hood, viva Robin, abbasso Hood. L'operazione Robin Tax è stata sufficientemente descritta come un'operazione popular-populista.

Di sicuro ha fatto presa nella percezione comune. Tutti con la testa al mare e alle ferie, a infilare una vacanzina tra il mutuo e fine-mese, anche al solo sapere che al Governo c'abbiamo l'eroe di Sherwood che forse ci farà avere qualcosa, ma intanto ruba ai ricchi... ci siamo quasi entusiasmati.
Il naming dell'operazione, Robin Tax si rifà alla famosa Tobin Tax di no-globalista memoria che si proponeva di tassare le transazioni finanziarie internazionali. Mai passata ovviamente, ma rimasta nella memoria uditiva collettiva, torna oggi onomatopeicamente posizionando Tremontino su un'immagine positiva, chiara e popolare. Un'immagine costruita però non solo su quest'ultima operazione di spin, ma su un percorso del nostro Tremontino che è passato anche dalla rinnegazione del turbo-capitalismo (cfr. l'ultimo libro del Superministro).
Un percorso che ha costruito quella che noi comunicatori possiamo definire una vera e propria reputazione da Neo-No-Global: il Mr. Hide della finanza creativa e paradisiaca si è definitivamente tramutato in Doctor Robin.

giovedì 19 giugno 2008

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi

Ieri sera mi è capitato di guardare su Fox Life quella sorta di reality dedicato alla factory creativa di Lapo, "Idee in progress, 90 giorni con Lapo".
A parte che ho cercato sul web la factory con la parola chiave con cui la si cerca - lapo -  e non l'ho trovata finché non ho inserito il nome esatto Independent Ideas
Ho trovato invece decine di segnalazioni del reality. Beh, una bella azione promozionale per la factory. Poi riguardo alla puntata di ieri sera con la festa in stile "Eyes wide shut" a Casina Valladier, niente di particolare. Anzi a creatività stiamo messi abbastanza nor.male; molto meglio dal punto di vista del network relazionale di Lapo (Ré Rosso, Giugi Giugiaro, ecc.).
Vorrei cercare di guardare la trasmissione di nuovo anche in future perché sono curioso di vedere il tasso di creatività reale della factory e del suo fondatore per sentire - almeno - una idea interessante; cosa che ieri non mi è capitata.

martedì 17 giugno 2008

Il Design ci salverà?

E' stata una della belle scoperta che ho trovato al Forum della Comunicazione di Roma. Un magazine sul design e comunicazione che - mea culpa - non avevo mai letto né visto. Ieri sera me lo son sparato tutto: è 7th Floor.
Dal sito un estratto della presentazione:
7th Floor è principalmente un magazine cartaceo, distribuito ogni mese direttamente all’interno delle grandi aziende italiane, tra i top executive delle diverse funzioni - vedi l’elenco delle oltre 1500 locations dove è possibile trovarlo).

A parte l'altissima qualità grafica (quanto ci serve un po' di innovazione grafica in Italia... me ne rendo conto clamorosamente quando nel Nord Europa) ho trovato numerosi spunti e idee molto interessanti:
un bel pezzo sul "Design del Turismo Culturale", il "Brand Obama", poi ancora "Il Piacere dell'Interazione", notevole "La creatività sociale".
Davvero piacevole la lettura, il costo forse un po' alto (6,00 euro) in epoca di free-economy per un free press (ma in effetti dal sito si possono scaricare i .pdf gratis), la distribuzione interessante (le maggiori aziende italiane, alcune librerie ed edicole). Un board d'ccezione con il mito De Kerckhove, erede di McLuhan, che infonde una certa impronta.

sabato 14 giugno 2008

PR: lavoro per tutti... Sì, in Inghilterra

Nel Regno Unito il recruiting nel settore delle Relazioni Pubbliche va a gonfie vele, a quanto dice uno studio realizzato da PRWeek e pubblicato nell'ultimo numero (leggi qui la versione online) con una serie di interviste e dati. Il mercato del lavoro pr UK si dimostra così ancora una volta secondo al solo mercato statunitense. 
Addirittura il 2008 andrebbe ancor meglio del 2007 nonostante il credit crunch e la recessione: i team interni continuano ad aumentare, le agenzie assumono e i PROs non sono preoccupati a cambiare lavoro.
D'altro canto basta prendere in mano PRWeek e sfogliare le ultime 8/10 pagine: solo nell'ultimo numero ho contato circa 45 offerte di lavoro.
Un po' diverso rispetto al mercato italiano? Beh, non c'è neanche bisogno di dirlo. 
Tuttavia mi pare di cogliere anche da noi un vento non così brutto come si temeva appunto a causa della recessione e crisi varie. Anche se tutti sono pronti a dire tagliamo qui, là,  i budget su e i budget giù, mi sembra però di cogliere ultimamente un discreto aumento della richiesta comunicazione di qualità, in particolare su web e web 2.0. 

giovedì 12 giugno 2008

Un nuovo modo di essere "Verdi"

L'ultimo editoriale di Wired, Inconvenient Truths: Get Ready to Rethink What It Means to Be Green, prende di petto uno degli item più spinosi dei prossimi anni: come conciliare la necessità di essere ambientalisti con i bisogni energetici della società contemporanea.
Se da un lato l'ambientalismo integralista non sembra essere all'altezza delle nuove sfide, dell'evoluzione di un sistema capitalista sempre più affamato di risorse e dei bisogni energetici dei paesi del terzo mondo, tuttavia lo sviluppo sostenibile non è un tema eludibile.
A livello comunicativo la sfida è importantissima e l'articolo di Wired un po' ci aiuta a trovare argomenti. Tutti sentiamo la necessità di comunicare più verde. Ridefinire il frame di come si governa meglio il futuro del pianeta è il punto centrale di tanti investimenti in comunicazione. Non ultimi i biocarburanti, sono proprio le aziende petrolifere ed energetiche in generale le prime ad aver investito risorse ingenti sulla comunicazione ambientale.
Strumentalmente il più delle volte, si dirà, ma con un oggettiva necessità di business: legittimare il proprio operato e la propria mission aziendale.
Sta anche al comunicatore, come orecchio sul mondo, il compito di riuscire a far percepire alla coalizione dominante di aziende ed enti pubblici la necessità di comportamenti e relazioni virtuose con i propri pubblici.

ONLINE EXTRAS
How-To Wiki:
Use the Web to Reduce Your Carbon Footprint
How-To Wiki:
Build a Square Foot Garden
How-To Wiki:
How To Compost
How-To Wiki:
Tips for Green Lawn Care
Autopia:
Go Green — Buy A Used Car. It's Better Than A Hybrid



mercoledì 11 giugno 2008

La sottile linea etica

Philly False Airline Ads Draw High Responses, Ethics Concerns By Joe Strupp Published: June 09, 2008 2:56 PM ET
Il Philadelphia Inquirer e il Philadelphia Daily News hanno passato il sottile confine dell'etica?

Venerdì scorso i due giornali hanno pubblicato un certo numero di false inserzioni di una compagnia aerea non esistente per verificare le potenzialità della pubblicità online e stampa.
Secondo alcuni giornalisti si tratta di una violazione etica; a quanto pare il fake pubblicitario ha raggiunto un response rate, almeno online, molto più alto del normale secondo quanto sostiene il Philadelphia Inquirer.


Un articolo dell'Inquirer sostiene che l'inserzione "Derrie-Air," che promuoveva la finta linea aerea in numerosi ads per testare il ritorno dell'adv. online ha raggiunto un 1.25% di "click-through rate" per la versione online nettamente superiore alla media nazionale di click-through che raggiunge lo 0.05%.


"L'intero e parziale spazio pubblicitario di Derrie-Air, una finta compagnia aerea che offre tariffe personalizzate in base al peso, è apparsa 21 volte nella sezione di The Inquirer, 15 duella del Daily News e sulla home page di Philly.com" "La pubblicità non aveva avvertimento ma appariva sullo spazio dove i lettori sono abituati a leggere le pubblicità. In piccolo diceva 'The Derrie-Air campaign is a fictitious advertising campaign created by Philadelphia Media Holdings to test the results of advertising in our print and online products and to stimulate discussion on a timely environmental topic of interest to all citizens.'"




Disappunto tra i giornalisti per la mancanza di chiarezza. "E' chiaramente un inganno," dice Bob Steele, Nelson Poynter Scholar for Journalism Values at The Poynter Institute. "I giornali non dovrebbero entrare nell'affare dell'inganno..." e così via tanti altri.


In Italia cosa sarebbe successo?

giovedì 5 giugno 2008

Biocarburanti e crisi agroalimentare: la guerra della comunicazione

E' ormai una sfida aperta tra i sostenitori/produttori dei biocarburanti e... il resto del pianeta.
Schizzati alle stelle i prezzi di riso, grano, masi, ecc. i biocarburanti non più così tanto popolari, considerata la massa di popolazione mondiale a rischio-fame.

Tra le cause principali, oltre al prezzo crescente dell'energia e all'impennata nella domanda di derrate alimentari dei paesi emergenti, è emersa la produzione di biocarburanti.
I principali paesi produttori, Brasile e USA in testa (seguiti da Francia e altri paesi occidentali) di bioetanolo e simili contestano l'accusa recentemente avanzata anche al vertice FAO. E le aziende produttrici, con relative lobby e agenzie di comunicazione, si stanno attrezzando al delicato crisis management incombente.

Ad esempio martedì 3 giugno in tanti abbiamo letto il publiredazionale pubblicato sul Sole 24 Ore da Abengoa Bioenergy a sostegno del bioetanolo. L'azienda, maggior produttrice mondiale (presente in 70 paesi) di bioetanolo, oltre a presentare una sezione apposita sul proprio sito, pubblica un quarto di pagina in cui dice:

Falso: Le colture per la produzione di bioetanolo stanno sostituendo le colture ad uso alimentare
Verità: poi una serie di frasi estrapolate da uno studio del 2006 dell'Agenzia Europea dell'Ambiente...

E' la prima mossa che leggo, assieme alle contestazioni americane e brasiliane di questi giorni, di quella che promette di diventare una lunga battaglia sulla definizione del frame biocarburanti-crisi agroalimentare. Vedremo chi la spunterà, tenendo anche conto del non secondario ruolo di altri produttori di carburanti. Oggi il vertice FAO sembra in enpasse proprio sui biocarburanti (oltre che sulle liberalizzazioni di mercato).
Intanto devo dire che l'associazione italiana di produttori di biodiesel (Assobiodiesel) non ha proprio il sito più aggiornato del mondo... Interessante oggi anche un articolo uscito sul Sole24Ore sul fatto che le speculazioni finanziarie di alcuni fondi d'investimento stanno spingendo in alto - anche dal punto di vista finanziario - la domanda dell'agroalimentare.

martedì 3 giugno 2008

Relazioni Pubbliche & Cinema... e telefilm

Al Forum della Comunicazione di Roma con il collega ferpino Fabio si è parlato di provare a creare una filmografia sulle relazioni pubbliche.
Da un lato i film/telefilm che le hanno inquadrate in primo piano come argomento centrale o nei personaggi (Thank you for smoking, People I know...); dall’altro i film che all’interno possano offrire spunti interessanti su alcune nostre pratiche professionali anche a livello metacinematografico (Sex and the city per il product placement; La Passione di Cristo per il marketing turistico di Matera…)
Sul sito Internet Movie DataBase tramite la tag Public relations qualcosa salta fuori; ma occorre verificare comunque l'attinenza, ecc.
Oltre a usarla come filmografia per Ferpi, questi titoli si potrebbero utilizzare come strumento di promozione della professione per parlare delle varie pratiche, dei temi più caldi, ecc.
Con UniFerpi si potrebbero anche organizzare serate/cicli di discussione per gli studenti sulle rp, partendo da film/telefilm/serial.
Che ne dite? Proviamo a costruire questa filmografia partecipata?

lunedì 2 giugno 2008

Pronto? Son Gordon, come va?

'Hello? Gordon here. I'm calling about your letter...'

Un bel pezzo di Clare O'Connor and David Singleton su PRWeek.
L'ultima offensiva di comunicazione di Gordon Brown prevede una telefonata ai cittadini che gli hanno scritto lettere secondo fonti di Downing Street.
L'iniziativa sembra essere del Capo Strategia di Downing Street, Stephen Carter, ed avrebbe l'obiettivo di rendere più umano il Prime Minister dato che la sua popolarità continua a calare.
'Carter ha pensato che fosse una buona idea far chiamare da Brown le persone personalmente,' rivela una golaprofonda. 'Carter sceglierà le lettere a caso, farà preparare una risposta dal suo team e quindi Brown chiamerà personalmente.'
La mossa è un tentativo di diffondere un passaparola positivo sul Primo Ministro, specialmente in provincia.
Tuttavia sembra che la prima telefonata abbia rischiato di diventare un grande pacco.
'Brown ha fatto la chiamata alle 6 di mattina, senza pensare' dice il beninformato insider. 'Fortunatamente chi ha risposto era un lavoratore 24oresu24 quindi alzato.'
La fonte ha aggiunto: 'L'idea ha un senso, ma non funziona. Migliorare l'immagine di Brown con le PR è oggi impossibile.'
Downing Street non ha voluto commentare.
Nel frattempo una ricerca tra senior PR fatta dalla PRCA rivela che solo il 15 per cento ritiene che Brown possa significativamente migliorare la propria reputazione rafforzando il proprio team di comunicazione. Circa il 42 per cento dice che non avrebbe effetto. A me sembra tanto che stia diventando una sorta parafulmine ambulante, modello Prodi ultimo governo.

La Percezione logora chi non ce l'ha

Una velocissima riflessione personale su messaggio, contesto e fruizione. Un tema da scienza della comunicazione più che da dibattito RP, però utile a farmi un'analisi di coscienza.

Sabato sera sono andato a vedere Gomorra. Volevo guardarmi Il Divo, ma c'era da aspettare quasi un'ora e allora abbiamo ripiegato su Gomorra. Bello, bravissimi gli attori, grande regia e sceneggiatura. Lo spunto interessante però è che di fianco a me c'erano due tra i 34 e i 40, con un forte accento napoletano. Hanno cominciato a ridere all'inizio del film e smesso in pratica alla fine, commentando quasi ogni scena. Un comportamento che in un'altra situazione mi avrebbe dato fastidio (e infatti L. sbuffava di fianco a me continuamente) ma che invece si rivelava interessante.

I due interpretavano e vivevano il film non tanto come un film-denuncia, ma piuttosto come una parte della loro biografia, che comunicavano con orgoglio.
Allo stesso modo ieri ho guardato per l'ennesima volta "Thank you for Smoking" (anche perché con Fabio abbiamo parlato di un'idea simpatica che potremmo sviluppare nei prox mesi) e a parte la qualità del film, mi son reso conto di guardarlo (e di conseguenza interpretarlo) unicamente alla luce della mia professione. Convincendomi sempre più di quanto sia bella, utile e sfidante.

In entrambi i casi è evidente la distonia tra le intenzioni di chi ha prodotto il messaggio e la fruizione/percezione di chi lo riceve - come dimostravano anni fa nel loro studio su Dallas, Liebes e Katz.

A volte, molte volte, ossessionati dalla quantità (sondaggi, altezze delle rassegne stampa, minutaggi radio/tv, carotaggi internet...) ci dimentichiamo di questo piccolo e importante particolare: la fruizione e la percezione del messaggio. Che credo abbia un po' a che fare con quella distanza di cui abbiamo parlato ultimamente tra paese reale e classi dirigenti.
Banale a dirsi ma in un paese moderno e sempre più diverso i pubblici sono sempre maggiormenti segmentati e parcellizzati sui singoli contesti, che dobbiamo ascoltare molto umilmente. Altrimenti paradossalmente siamo i primi ad avere una percezione erronea di ciò che i nostri stakeholder pensano. Il (piccolo?) problema è come ascoltarli. Basta un poco di Gorel?


E intanto il Bologna è tornato in serie A... particolare non da poco.

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/