mercoledì 11 giugno 2008

La sottile linea etica

Philly False Airline Ads Draw High Responses, Ethics Concerns By Joe Strupp Published: June 09, 2008 2:56 PM ET
Il Philadelphia Inquirer e il Philadelphia Daily News hanno passato il sottile confine dell'etica?

Venerdì scorso i due giornali hanno pubblicato un certo numero di false inserzioni di una compagnia aerea non esistente per verificare le potenzialità della pubblicità online e stampa.
Secondo alcuni giornalisti si tratta di una violazione etica; a quanto pare il fake pubblicitario ha raggiunto un response rate, almeno online, molto più alto del normale secondo quanto sostiene il Philadelphia Inquirer.


Un articolo dell'Inquirer sostiene che l'inserzione "Derrie-Air," che promuoveva la finta linea aerea in numerosi ads per testare il ritorno dell'adv. online ha raggiunto un 1.25% di "click-through rate" per la versione online nettamente superiore alla media nazionale di click-through che raggiunge lo 0.05%.


"L'intero e parziale spazio pubblicitario di Derrie-Air, una finta compagnia aerea che offre tariffe personalizzate in base al peso, è apparsa 21 volte nella sezione di The Inquirer, 15 duella del Daily News e sulla home page di Philly.com" "La pubblicità non aveva avvertimento ma appariva sullo spazio dove i lettori sono abituati a leggere le pubblicità. In piccolo diceva 'The Derrie-Air campaign is a fictitious advertising campaign created by Philadelphia Media Holdings to test the results of advertising in our print and online products and to stimulate discussion on a timely environmental topic of interest to all citizens.'"




Disappunto tra i giornalisti per la mancanza di chiarezza. "E' chiaramente un inganno," dice Bob Steele, Nelson Poynter Scholar for Journalism Values at The Poynter Institute. "I giornali non dovrebbero entrare nell'affare dell'inganno..." e così via tanti altri.


In Italia cosa sarebbe successo?

2 commenti:

  1. Sarò poco etico ma non capisc dov è il problema?
    E poi una volta giunti sul sito che succedeva?
    In fondo non vendevano merce avariata o falsa, ne hanno truffato nessuno.
    Allora la campagna pubblicitaria di leo, qui in Italia non è la stessa cosa?

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  2. Beh la campagna di leo non era commissionata dal giornale o dall'editore stesso.
    La difesa del rappresentante degli editori dice proprio che la pubblicità è differente dai contenuti giornalistici.
    Chi ha condannato questa azione si preoccupa (mi sembra di capire) più dell'affidabilità dei contenuti e del fatto che comunque non si imbriglino i lettori perché potrebbero trasferire la loro eventuale "delusione" anche sui contenuti giornalistici.
    Di seguito incollo le risposte dei vari personaggi riportati nell'articolo:


    "It is clearly deception," said Bob Steele, the Nelson Poynter Scholar for Journalism Values at The Poynter Institute. "Newspapers should not be in the business of deception. I can’t imagine the Inquirer and Daily News would run fake ads from other companies."

    Kelly McBride, Poynter ethics group leader, said: "anytime you deceive your audience, you run the risk of compromising their ability to trust you.

    "Market research is a good goal in terms of understanding how advertising is going to work in this era," she added. "I wonder if there is a way to do that that doesn't deceive the audience. Is there something you could create that could measure responses without tricking the audience?"

    Officials from Philadelphia Media Holdings did not return calls seeking comment Monday.

    Clint Brewer, president of the Society of Professional Journalists and executive editor of The City Paper in Nashville, Tenn., worried that a false ad might spark distrust in the news product. "My concern would be, given how thirsty the public is for affordable air travel, if readers were to be miffed about this being false, would they then transfer those feelings to the news side of the papers?" he said. "I would be concerned if I was in those newsrooms."

    Inquirer Editor Bill Marimow and Daily News Editor Michael Days were not reachable for comment.

    John Kimball, chief marketing officer for the Newspaper Association of America, defended the newspapers: "I think the public is pretty understanding. [The ad] is so over the top, it is hard to think anyone would see it any other way."

    ...The Inquirer story did not say if such false ads would run again soon in either paper or on the Web site."

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