Non sono ancora riuscito a leggermi le 25 pagine per intero... le ho scorse. Soprattutto mi son chiesto il perché di una scelta comunicativa così essenziale, quasi ascetica, quasi
Quasi quasi che vien da pensare che...
Giovanna Cosenza nel suo sempre aggiornato e puntuale blog analizza i contenuti e obietta all'agenda di essere troppo politica:
Dal testo di un docente universitario – un collega – mi aspettavo emergesse una differenza netta e ampia rispetto al testo prodotto da un uomo di partito. Monti è un professore, uno-che-sa, un tecnico che si è sempre presentato come diverso dai politici per questa ragione fondamentale: dove gli altri parlano, lui dovrebbe fare, dove gli altri pongono obiettivi, lui dovrebbe riuscire ogni volta a distinguere fra gli obiettivi realistici e non, proprio perché, a differenza dei politici, conosce a fondo (è un prof!) come ogni obiettivo si raggiunge e dovrebbe saper anche dire perché eventualmente non si può raggiungere. Su questa base mi aspettavo un’Agenda Monti che, pur brevemente e semplicemente, ci spiegasse i come e i perché, non si limitasse cioè a elencare – per l’ennesima volta come fanno i politici – gli obiettivi, le intenzioni, il cosa-sarebbe-bello-fare, cosa-si-dovrebbe-fare-per-il-bene-del-Paese. Da un prof insomma mi aspettavo una spiegazione chiara e sintetica dei mezzi, delle strade per, non l’ennesimo elenco di buone intenzioni. Non dico tutte le strade, ma almeno le principali.
Non concordo...
Intanto Monti salendo (scendendo) in politica diventa un Soggetto (Prodotto) Politico, quindi si trasforma dal tecnico dictator in prodotto politico da posizionare, promuovere e vendere. Ma ci torno dopo nel secondo punto.
PRIMO PUNTO. IL MEZZO è IL MA(E)SSAGGIO
Mi interessa prima capire:
Io non lo so. Non conosco i perché.
Ma so che (in questo periodo storico in particolare) quando un responsabile di comunicazione (un consulente, un consigliere) capisce che il Personaggio funziona ed è comunicativo di per sé... non c'è bisogno di sofisticarlo ma è meglio utilizzarlo naturale, senza fronzoli. Monti? Comunica contenuti. Comunica grigiore universitario. Comunica serietà e non pugnette.
Niente di più lontano dal blog di Renzi o di Di Pietro, o ancora dal blog di Beppe Grillo.
Una scelta molto differenziante e quindi anche a livello di marketing politico molto netta e decisa.
Avendo un po' annusato (non analizzato - ahimé non ne ho avuto il tempo) il modus comunicandi di Marione; ho personalmente constatato la sua efficacia in quest'anno da premier: basti pensare all'attenzione verso i pubblici internazionali, con il conseguente recupero di Credibilità e Reputaizone; le ottime relazioni con i media dei vari paesi; a livello organizzativo lo staff comunicazione del governo tutto concentrato underPeluffo...
Si comunica anche così. Da lui non ci aspettavamo scintille ma contenuti anche se....
SECONDO PUNTO. L'AGENDA è UN CATALIZZATORE DI RELAZIONI
Il contenuto dell'agenda (a differenza da quanto si aspettava Cosenza) non è determinato da ciò che ci si aspetta dal professore, ma dall'obiettivo di comunicazione che si è posto.
L'obiettivo è organizzativo e comunicativo:
raccogliere attorno a una serie di idee (necessariamente generali) un consenso e una partecipazione di forze politiche, movimenti e persone, che scavalchino la mediazione delle segreterie di partito.
Il consenso che si registra (e che comunque si sarebbe registrato nei confronti di Monti, il più odiato/amato d'Italia 2012) confluisce ora non sulla persona, il Tecnico, ma sull'Idea del Politico Monti. E l'Idea deve necessariamente essere (nel paese dei mille campanili, lobby, confraternite, ecc) vaga e onnicomprensiva. Proprio perché l'obiettivo è il consenso, non il dissenso. Definire nel dettaglio crea dissenso e de-finisce le relazioni; descrivere i problemi (riconosciuti peraltro da tutti: cambiare mentalità, sfruttare il potenziale dell'economia verde, l'Italia della bellezza, ecc.) e non indicare le dolorose soluzione, forse può creare consenso e costruire relazioni.
Per forza quindi che dentro ci stia tutto in maniera generica:
l'obiettivo di questa agenda è costruire consenso su Monti e non spiegarci come si realizzano le riforme, che sarebbe il modo migliore per inimicarsi tutte le lobby d'Italia. Cosa che prima delle elezioni è BENE non fare...
L'esempio più lampante è la riforma del lavoro (Rif. Fornero) che ha deluso tutte le rappresentanze di categoria: perché tutte le rappresentanze di categoria hanno privilegi da difendere. Se prima della riforma fosse stato dichiarato il metodo e le soluzioni, non so se il governo avrebbe potuto ottenere il consenso di Confindustria e simili.
LAST AND LEAST
Sul tema dell'autore del documento, sicuramente una tecnoscivolata, non credo abbia alcuna conseguenza né sulla creazione del consenso né sui contenuti...
Quasi quasi che vien da pensare che...
Giovanna Cosenza nel suo sempre aggiornato e puntuale blog analizza i contenuti e obietta all'agenda di essere troppo politica:
Dal testo di un docente universitario – un collega – mi aspettavo emergesse una differenza netta e ampia rispetto al testo prodotto da un uomo di partito. Monti è un professore, uno-che-sa, un tecnico che si è sempre presentato come diverso dai politici per questa ragione fondamentale: dove gli altri parlano, lui dovrebbe fare, dove gli altri pongono obiettivi, lui dovrebbe riuscire ogni volta a distinguere fra gli obiettivi realistici e non, proprio perché, a differenza dei politici, conosce a fondo (è un prof!) come ogni obiettivo si raggiunge e dovrebbe saper anche dire perché eventualmente non si può raggiungere. Su questa base mi aspettavo un’Agenda Monti che, pur brevemente e semplicemente, ci spiegasse i come e i perché, non si limitasse cioè a elencare – per l’ennesima volta come fanno i politici – gli obiettivi, le intenzioni, il cosa-sarebbe-bello-fare, cosa-si-dovrebbe-fare-per-il-bene-del-Paese. Da un prof insomma mi aspettavo una spiegazione chiara e sintetica dei mezzi, delle strade per, non l’ennesimo elenco di buone intenzioni. Non dico tutte le strade, ma almeno le principali.
Non concordo...
Intanto Monti salendo (scendendo) in politica diventa un Soggetto (Prodotto) Politico, quindi si trasforma dal tecnico dictator in prodotto politico da posizionare, promuovere e vendere. Ma ci torno dopo nel secondo punto.
PRIMO PUNTO. IL MEZZO è IL MA(E)SSAGGIO
Mi interessa prima capire:
- perché quel blog wordpress con solo una foto?
- perché un .pdf con solo qualche frase in neretto?
Io non lo so. Non conosco i perché.
Ma so che (in questo periodo storico in particolare) quando un responsabile di comunicazione (un consulente, un consigliere) capisce che il Personaggio funziona ed è comunicativo di per sé... non c'è bisogno di sofisticarlo ma è meglio utilizzarlo naturale, senza fronzoli. Monti? Comunica contenuti. Comunica grigiore universitario. Comunica serietà e non pugnette.
Niente di più lontano dal blog di Renzi o di Di Pietro, o ancora dal blog di Beppe Grillo.
Una scelta molto differenziante e quindi anche a livello di marketing politico molto netta e decisa.
Avendo un po' annusato (non analizzato - ahimé non ne ho avuto il tempo) il modus comunicandi di Marione; ho personalmente constatato la sua efficacia in quest'anno da premier: basti pensare all'attenzione verso i pubblici internazionali, con il conseguente recupero di Credibilità e Reputaizone; le ottime relazioni con i media dei vari paesi; a livello organizzativo lo staff comunicazione del governo tutto concentrato underPeluffo...
Si comunica anche così. Da lui non ci aspettavamo scintille ma contenuti anche se....
SECONDO PUNTO. L'AGENDA è UN CATALIZZATORE DI RELAZIONI
Il contenuto dell'agenda (a differenza da quanto si aspettava Cosenza) non è determinato da ciò che ci si aspetta dal professore, ma dall'obiettivo di comunicazione che si è posto.
L'obiettivo è organizzativo e comunicativo:
raccogliere attorno a una serie di idee (necessariamente generali) un consenso e una partecipazione di forze politiche, movimenti e persone, che scavalchino la mediazione delle segreterie di partito.
Il consenso che si registra (e che comunque si sarebbe registrato nei confronti di Monti, il più odiato/amato d'Italia 2012) confluisce ora non sulla persona, il Tecnico, ma sull'Idea del Politico Monti. E l'Idea deve necessariamente essere (nel paese dei mille campanili, lobby, confraternite, ecc) vaga e onnicomprensiva. Proprio perché l'obiettivo è il consenso, non il dissenso. Definire nel dettaglio crea dissenso e de-finisce le relazioni; descrivere i problemi (riconosciuti peraltro da tutti: cambiare mentalità, sfruttare il potenziale dell'economia verde, l'Italia della bellezza, ecc.) e non indicare le dolorose soluzione, forse può creare consenso e costruire relazioni.
Per forza quindi che dentro ci stia tutto in maniera generica:
l'obiettivo di questa agenda è costruire consenso su Monti e non spiegarci come si realizzano le riforme, che sarebbe il modo migliore per inimicarsi tutte le lobby d'Italia. Cosa che prima delle elezioni è BENE non fare...
L'esempio più lampante è la riforma del lavoro (Rif. Fornero) che ha deluso tutte le rappresentanze di categoria: perché tutte le rappresentanze di categoria hanno privilegi da difendere. Se prima della riforma fosse stato dichiarato il metodo e le soluzioni, non so se il governo avrebbe potuto ottenere il consenso di Confindustria e simili.
LAST AND LEAST
Sul tema dell'autore del documento, sicuramente una tecnoscivolata, non credo abbia alcuna conseguenza né sulla creazione del consenso né sui contenuti...