[oltre a questo mio commento tanti interventi di colleghi e soci nella pagina di Ferpi]
Quando mi avvicinai a Ferpi lo feci principalmente grazie ai contenuti del sito (in particolare in quel periodo si stava pubblicando a puntate il Gorel con il glossario) e perché sentivo la necessità di incanalare l’identità professionale di comunicatore in una “storia” più ampia della mia, che fosse in grado di arricchirmi professionalmente e di farmi sentire parte di una comunità.
Ognuno di noi ha avuto sue motivazioni, un suo percorso di avvicinamento e suoi propri livelli di coinvolgimento (e/o fidanzamento).
Quale è il senso di stare insieme in una associazione? Non credo basti una sola unica risposta, ma credo che l’associazione per avere un senso debba riuscire a contenerne diverse:- il knowledge sharing
- la rappresentanza e l’advocacy della professione
- la formazione accreditata e l’accreditamento della formazione sull rp
- il networking
- l’etica della professione
- l’appartenenza a un’identità comune
- le relazioni internazionali
- l’introduzione dei più giovani alla professione e il supporto al loro ingresso
L’associazione è sicuramente appesantita da una governance complessa e da un’articolazione difficile da comprendere, anche da chi la vive dall’interno.
Alcune delegazioni territoriali faticano a riunirsi e portare avanti attività.
Non poche sono le antipatie personali che bloccano progetti e iniziative.
Vedo con favore le proposte di semplificazione della governance suggerite da Toni il 27 giugno scorso http://www.ferpi.it/ferpinet/users/marcantonio/article_events/595In particolare sposo l’idea di:
- una trojka a guida dell’associazione con i presidenti (eletto, in carica e past) insieme a tesoriere e direttore;
- l’abbassamento delle quote a una cifra sui 100 euro;
- un funzionamento “a fisarmonica” delle deleghe (progettuali o territoriali) che durano per la durata del programma proposto dal singolo delegato.
- organizzare ogni anno un evento Ferpi (a pagamento, di una giornata, itinerante) in cui fare il punto sulle RP e incontrare la comunità professionale nazionale;
- pubblicare ricerche e strumenti-guida per la professione.
- le altre associazioni professionali affini,
- i network informali di comunicazione,
- le università e i corsi di comunicazione rp,
- altri soggetti del settore (Assocomunicazione, Assorel, Unicom, ecc.).
Oggi su alcuni di questi punti siamo in ritardo.
LA FERPI CHE VORREI
Essendo Ferpi.it la piattaforma contenutistica di maggior valore del settore, ritengo vadano incrementate le possibilità di interattività (che ha contraddistinto già il sito in passato) integrando meglio gli strumenti social di quanto lo siano oggi.
Mi piacerebbe che Ferpi riuscisse a in futuro a:
In generale vedrei con favore la possibilità di incoraggiare sul territorio sinergie tra le delegazioni e:
Se il sito, le piattaforme virtuali e (pochi) organismi associativi possono rappresentare l’infrastruttura dell’associazione a livello azionale, credo possa essere utile e proficuo che sul territorio si sostanzi un organismo multiforme, flessibile e aperto alla commistione con i non-associati. Questa contaminazione che ci aiuterebbe a coinvolgere neofiti e colleghi andrebbe (nella Ferpi che vorrei) esplicitata nello statuto.
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