Nell'ultimo post del blog di Craig Pearce, bravo e influente collega australiano, si legge: "With the torrent of information that courses through the multiplicity of channels which exist to get in our faces, get inside our minds and change our behaviours, is silence the most underrated approach to communication a public relations professional possesses? Silence would certainly seem to offer the greatest point of difference – and, therefore, power? – a communicator possesses"
Il silenzio è d'oro: è d'oro anche il tempo che serve per rispondere e per prendere decisioni organizzative/manageriali e che implica quindi un momento di silenzio (cfr. la recente presentazione di Toni Muzi Falconi alle Grunig Lecture nella sezione take your Time, in cui ragiona delle "‘now’ and “always-on’ syndromes" e cfr. il movimento Slow Communication promosso dal collega Ferrazzi).
E' un silenzio che gran parte di giornalisti e politici non praticano o non apprezzano, e che noi comunicatori certo non utilizziamo correttamente. I primi (soprattutto i televisivi) nella corsa folle di riempire di NOTIZIE ogni momento della giornata, tendono a sparare inevitabilmente una buona percentuale di sonore minchiate, invece di dedicarsi ad approfondire o a volte anche solo a verificare la fonte; i secondi (ormai portavoci di se stessi), nel delirio di essere sempre presenti su ogni centimetro di giornale e in ogni talk show, rilasciando dichiarazioni su ogni tema e fatto; noi comunicatori non contribuendo con un valore alla gestione delle relazioni dell'organizzazione e all'adeguata analisi delle aspettativedegli stakeholder.
Tutto ciò rischia di generare un dibattito pubblico di bassissimo livello:
- da un lato provocando un rigetto naturale anche al più passivo cittadino-spettatore e una crescente diffidenza verso politica, giornalismo e mediatori pubblici;
- dall'altro spingendo noi comunicatori al circolo vizioso di pompare sulla sovraproduzione comunicativa e sull'isteria delle "‘now’ and “always-on’ syndromes".
Nessun commento:
Posta un commento