Dopo i risultati delle elezioni di ieri è un dato di fatto anche politico-elettorale: i corpi intermedi, i soggetti mediatori, i media e le lobby stanno dissolvendosi.
Che le associazioni di categoria, i sindacati e i ruoli di intermediazione (giornali e partiti) fossero moribondi ce ne eravamo accorti tutti... ma che la disintermediazione fosse in grado di scardinare dalle fondamenta il sistema!
La vittoria di Grillo e il risultato di B. da un lato e la sconfitta dei partiti tradizionali dall'altro offrono alla vista un corpo elettorale che è sconosciuto a chi dovrebbe tentare di leggere la società: dai partiti che dovrebbero rappresentarne gli interessi, ai sondaggisti e agli opinionisti, dai giornalisti agli opinion leader televisivi.
Sento la mancanza di letture pesanti, di sociologia hard, di riflessioni che vanno in profondità...
Quale è il ruolo dei relatori pubblici?
Io credo possa rimanere un ruolo importante, se ci sforziamo di spostarci dal ruolo di megafoni a quello di interpreti delle aspettative degli stakeholder. Ma per farlo bisogna capire chi sono gli stakeholder, come si raggruppano, se si raggruppano, come reagisce il corpo schizofrenico della società italiana, quali sono le nuove identità, come ci si relaziona con il multividuo social...
Ma dalla campagna elettorale non emerge alcuna intuizione significativa di comunicazione, alcuna iniziativa degna di rilievo da parte dei relatori pubblici... anzi sembra che i colleghi siano stati completamente assenti nella corsa elettorale e in questo importante passaggio politico.
Oggi - in un momento in cui viene riconosciuto il ruolo dallo stato - scompariamo dalla scena, quasi vittime di un dramma teatrale che rappresenta il dissolvimento del sistema di relazioni cui eravamo abituati.
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