[il giorno dopo dovrebbe sempre essere più facile capire le cose]
Ciò che colpisce nell'analisi di tanti è il fatto che la vittoria di Grillo venga attribuita alla piazza reale o a internet, mentre un giorno qualche ricerca riuscirà a spiegare ciò che mi sembra evidente : Grillo e Berlusconi, i due vincitori, hanno utilizzato al meglio proprio la televisione perché uomini di TV e grandi comunicatori.
Da un lato Grillo l'ha utilizzata in "negativo":
- negando ai suoi di andare nei talk show e mcluhanianamente differenziandosi totalmente dagli altri politici (mio post 11 maggio);
- creando eventi e una comunicazione-Barnum nel suo Tsunami tour che, facendo audience per le sparate e per lo spettacolo, era funzionale a TV (e altri media) e che è ha occupato la TV di continuo;
- parlando il linguaggio Zelig (o protogrillo se si vuole) che alla gente emozionalmente piace;
- non da ultimo seguendo i consigli di un comunicatore, Casaleggio.
Dall'altro Berlusconi l'ha sfruttata in positivo, intanto banalmente candidandosi (come alter non-comunista del vecchio bersani) e poi occupandola e individuando al meglio i programmi e le trasmissioni per raggiungere tutti i pubblici che potevano votarlo, dilagando su qualsiasi programma, inviando un preciso segnale di rottura rispetto a Monti e all'esperienza del lacrime e sangue 2012... (tanto che alla fine ciò che è passato è che le tasse siano state volute da Monti e da Bersani).
Giusto per intenderci: in una pagella pre-elezioni l'unico che ha capito qualcosa dando i voti è stato Carlo Freccero che all'Espresso aveva dichiarato che G. & B. erano stati i migliori in campagna elettorale. Non a caso un uomo di TV e forse uno dei più abili e profondi lettori della società post-moderna italiana.
LA DISINTERMEDIAZIONE TOTALE
Quello che ci insegnano queste elezioni è la disintermediazione dei soggetti tradizionali e l'utilizzo di piattaforme di "relazione diretta": TV, piazze e internet.
Ma questa disintermediazione non significa che la TV è morta o che i vecchi media non servano più. Ci insegna invece una vecchia lezione dei media studies: che un nuovo media non cancella e sostituisce i suoi predecessori, un nuovo media è in grado di ridefinirne l'uso piuttosto. Il blog di grillo è una parte del successo, è uno spazio, ma non sarebbe servito a nulla se non ci fossero stati attivisti in carne ed ossa, piazze e soprattutto tanta TELEVISIONE.
E' che mentre i vecchi politici hanno continuato a farsi i talk show, Grillo l'ha utilizzata come strumento di propaganda.
Berlusconi invece ha fatto contro-programmazione... ha stra-utilizzato le sue televisioni per compattare lo zoccolo duro (son curioso di vedere cosa ci dirà in merito l'Osservatorio di Pavia) e ha realizzato alcuni piccoli grandi media event come l'intervista a Santoro dove ha suonato la carica e decine di interviste. Nessun altro della sua parte sarebbe stato in grado di gestire TV e telegiornalisti nel suo modo. Per non parlare di Ingroia Bersani e Monti, ingessatissimi. Giannino forse se non fosse inciampato l'ultima settimana avrebbe a suo modo ritagliato qualche spicchio in più perché particolarmente comunicativo.
Le primarie che avevano occupato spazio e creato consenso, sono state spazzate via (perlomeno in alcune fette di elettorato) da due mesi e mezzo di intensissima campagna elettorale.
DALLA RAPPRESENTANZA ALLA RAPPRESENTAZIONE
Questa super-esposizione mediale della campagna è funzionale alla legge elettorale: non dovendo eleggere direttamente i propri candidati, nella provincia non si son visti i comizi, non si son visti i candidati, la comunicazione porta a porta, ma soprattutto non si son viste la le affissioni. Questo spostamento dal luogo della polis, la piazza (checché ne dicano i politofagi) allo spazio rappresentato (Tv e Internet) ha portato i cittadini a non cercare un rappresentante ma una rappresentazione. Cosa sono Grillo e Berlusconi se non rappresentazioni di un'attitudine, di un'emozione, di un sentimento.
Non si è votato per farsi rappresentare in Parlamento, ma per inviare segnali/messaggi, quindi per rappresentare uno stato di animo.
Non più rappresentanza di interessi e ideologie, ma rappresentazioni: oggetti semiotici a sé.
Il sondaggio si è fatto voto, il voto di rappresentanza è ridotto a una parte minoritaria dell'intero corpo elettorale. Un corpo elettorale che non è più l'opinione pubblica di un tempo perché i giornalisti, gli opinionisti, i grandi mediatori non ci capiscono più nulla infatti, ma inseguono istantanee del sentimento popolare.
Chi degli indecisi o dei voti che si sono spostati su G.&B. ha letto uno straccio di programma? La maggior parte dei voti sono stati dati in virtù di un'idea di massima che ci si è fatta ascoltando tramite i reportage televisivi, o le conseguenti chiacchiere e commenti. Non me ne vogliano i grillini che partecipano e animano blog e forum a 5 stelle... non sono loro ad aver fatto numero.
E' per questo che una volta superato l'effetto Carro-del-Vincitore (forse tra qualche anno) anche Grillo tornerà a rioccupare uno spazio più ridotto.
La domanda che occorre porsi è se il voto può diventare mera rappresentazione? Se non ha senso cercare di ricreare nuovi corpi intermedi, in grado di spiegare e rappresentare, mediare e guidare.
In fondo tutti siamo contenti di aver inviato un segnale alla CASTA; ma è la funzione del voto questa? Non avremmo dovuto cercare di trovare chi può rappresentare i nostri interessi governando?
Questa considerazione personale non significa che il voto grillino (o berlusconiano) non vada compreso... anzi è fondamentale capirlo per costruire forse anche una nuova architettura della rappresentanza. Perché la democrazia e le elezioni servono per questo: individuare chi rappresenti la maggioranza e ci governi.
Questa considerazione personale non significa che il voto grillino (o berlusconiano) non vada compreso... anzi è fondamentale capirlo per costruire forse anche una nuova architettura della rappresentanza. Perché la democrazia e le elezioni servono per questo: individuare chi rappresenti la maggioranza e ci governi.
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