sabato 30 gennaio 2010

Strumenti per i Social Media che non dovremmo ignorare

Ho letto questo articolo su IMedia Connection e l'ho trovato il più utile letto negli ultimi mesi:
"Social media tools that marketers shouldn't miss" di Lory Dicker. Si tratta di un elenco di alcuni strumenti (molti dei quali gratuiti) utili per misurare i social media:
i vari strumenti di Google (alerts, analtics, trends) e strumenti specifici per Facebook e Twitter. Davvero imperdibile e da memorizzare. Se avete qualche strumento o sito da segnalare lasciate il commento di seguito.. è molto ben accetto.

L'IPad sarà un flop

Non integra il web 2.0, è ingombrante, presuppone una fruizione passiva, è un prodotto in più (che si aggiunge nella 24 ore del perfetto geek a Ipod, Iphone, Netbook, Notebook, Palmare, Smartphone, Tom Tom).
Non so, ma stavolta non credo abbiano fatto centro. M pare che l'IPad vada in conflitto con le principali tendenze di Internet e della società: social network, portabilità-mobilità, fruizione attiva, consumo sostenibile.
Per opinioni nerd e davvero esperte andate su geekissimo.com Ipad perché sarà un flop e perché non lo sarà

giovedì 28 gennaio 2010

Esce l'IPad, compro Vook


Ieri è uscito IPad, io ho comprato Vook. Come al solito mi son lasciato incuriosire da un post di Seth Godin e mi son pimbato su Vook che non avevo mai provato: in pratica sul browser è possibile leggere e sfogliare uno dei libri in vendita (circa 6-7 dollari l'uno), visualizzando al suo interno i video allegati e condividendo contenuti su Facebook e Twitter.
Davvero una figata... aspettando l'IPad.

mercoledì 20 gennaio 2010

Biagio Carrano. L'Immateriale, l'Internazionale

50 volti della Comunicazione
50 autoritratti contemporanei

Non vi fidate di chi racconta di percorsi lavorativi lineari,
di idee che si realizzano proprio come erano state pensate, di grandi risultati conseguiti grazie a una indeflettibile volontà.
Specie in ambiti “immateriali" come la comunicazione e il marketing le scelte spesso nascono da un impasto di passioni e motivazioni personali, intuizione e realismo, vincoli concretissimi e curiosità multiformi. Ho conosciuto un numero abbastanza significativo di comunicatori. Alcuni geniali e altri espertissimi, alcuni colti e altri naif, alcuni imbranati e altri furbissimi ma non ho mai conosciuto un comunicatore che non fosse anche curioso.
Nel 2006 avevo raggiunto qualche discreto obiettivo di carriera. La mia mente era attraversata da pensieri confliggenti: mettersi in proprio, lavorare all'estero, proseguire la mia attività di formatore, mettere in pratica alcune idee nella gestione dei servizi di comunicazione un po' eterodosse, come il fatto che le pr non potevano più essere considerate una parte scissa e indipendente dalle strategie di marketing.
Ho miscelato il tutto aprendo a Belgrado una società di consulenza di comunicazione e marketing per imprese italiane che vogliono operare in Europa centro orientale.
Una definizione che oggi prende meno di due righe in corpo 12 è stata frutto di ripensamenti, false partenze, ricalibrature, incontri sbagliati, lavoro letteralmente on the road per farsi conoscere e conoscere un contesto in cui devi operare per i tuoi clienti. Soprattutto la necessità di ripartire da zero dove nessuno ti conosce. Anni faticosi e intensi, in cui la crescita interiore e professionale che ne è seguita ha trovato un luogo di riflessione nel mio blog “L'immateriale”. Biagio Oppi è stato tra i primissimi a scoprire il mio blog.
Si parla tanto di internazionalizzazione delle imprese ma poi ci si accorge che le stesse agenzie di comunicazione e marketing italiane raramente hanno cercato di uscire fuori dal guscio della credibilità e delle relazioni costruite sul territorio nazionale. In un certo senso a Belgrado sono come un esploratore in avanscoperta: si avanza passo dopo passo, cautamente, provando ad aprire nuove strade e a elaborare nuove idee per facilitare il percorso a chi poi seguirà.
Ci vogliono, come sempre quando si affronta il nuovo, coraggio e curiosità; e son certo che ce ne sarà sempre più bisogno nella nostra professione negli anni a venire.

Contatto:
Blog L'Immateriale

lunedì 18 gennaio 2010

Appunti sulla Communication Crisis

Prima di una Crisi spesso ci si concentra sui diversi problemi, non riconoscendo che si è già entrati una Crisi di Reputazione e che occorre individuare una strategia complessiva e non solamente arginare questo o quel problema contingente.


Soprattutto (a livello politico in particolare) i protagonisti e gli interessati diretti spesso vedono nei problemi e nelle polemiche, operazioni montate ad arte dagli avversari, dimenticando da un lato gli errori effettivamente commessi (che sempre ci sono anche se lievi) e dall'altro l'impatto che essi hanno sui propri pubblici.


Occorre invece prestare molta attenzione perché, in particolare in ambiti politici locali, una volta che un cittadino qualunque mette la propria faccia su un problema è difficile che questa venga tolta: è troppo il coinvolgimento diretto per essere poi messo da parte con noncuranza. L'avversario che riesce quindi a soffiare sul fuoco e a mobilitare, prende un vantaggio che non è solo nel merito del problema ma anche nell'intera modalità di racconto della storia.
In particolare sono i ruoli che vengono attribuiti (Don Rodrigo, il potente prepotente, Robin Hood, il cattivo, il buono, il ciarlatano, l'incompetente, ecc.) che sono difficili da ribaltare. Una volta entrati male in una storia non è facile riuscire ad uscirne.
La mobilitazione locale ha effetti di lunghissima durata perché si basa principalmente sul passaparola, che in provincia segue i percorsi del pettegolezzo ma soprattutto gli itinerari degli opinion leader locali: bar, edicole, parrucchieri, negozianti... la piazza. Ed oggi i social network, in particolare facebook, che hanno un effetto di corto circuito sul reale.

Tuttavia, nonostante l'importanza dei social network, non va sopravvalutato l'impatto che essi possono avere: per farlo occorre però misurarli e saperlo fare. In particolare va misurato il grado di interazione che c'è nel determinato gruppo online di cittadini incazzati: se a scrivere son in due non c'è grande interazione e probabilmente il gruppo si è ampliato viralmente molto ma non è utilizzato al meglio. Occorre verificare se vengono inviati messaggi (tramite posta facebook) ai membri. E per farlo occorre iscriversi a costo di aggiungere un'unità in più al nemico. Bisogna ascoltare e misurare l'impatto per poi decidere come intervenire: quindi rispondere? Non c'è una risposta univoca: a volta un intervento di risposta può dare più enfasi e legittimare una posizione di quanto meriti, altre volte è necessario. Tuttavia ignorare tout court è un suicidio: occorre sempre ascoltare e analizzare/misurare.

Per prima cosa occorre analizzare la crisi, prendere una posizione e brieffare i propri collaboratori, consiglieri, consulenti per avere un'unica posizione/interpretazione nel merito e per offrire all'esterno una prospettiva coerente. Considerare quindi un position paper da diffondere internamente.
Allo stesso modo per fronteggiare i sintomi di una crisi in arrivo, occorre essere presenti nei luoghi reali: frequentare i luoghi dell'opinione pubblica cittadina, partecipare al dibattito, ascoltare nuovamente e decidere. Lasciare completamente in mano agli avversari l'iniziativa diretta è pericoloso.
Non attribuire solo all'interesse politico la polemica: "sono manipolati dall'avversario" offende chi ci ha messo la faccia.
Poi ci sono i media locali: le pagine dei quotidiani possono avere un discreto impatto ("l'hanno scritto i giornali") ma in ultima sede non sono l'unico strumento e anche essi vanno maneggiati con cautela.
Insomma una crisi di reputazione anche a livello locale va possibilmente prevenuta, non sottovalutando i sintomi.




La crisi di reputazione va prevenuta (ma va!) ma una volta scoppiata occorre evitare di:


1. ignorarla credendo che passi come un temporale estivo;
2. focalizzarsi solo sugli avversari politici e fare di tutta un'erba un fascio;
3. non ascoltare;
4. non rispondere;
5. non analizzare i propri errori;
6. continuare a perpetuare il ruolo che viene attribuito dalla narrazione (l'arrogante, il potente, colui che non ascolta);
7. non utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione;
8. non brieffare adeguatamente i propri consiglieri, segretari, consulenti, ecc.;
9. lasciare libera interpretazione (interna ed esterna) dei fatti;
10. non riconoscere pubblicamente i propri errori.

domenica 17 gennaio 2010

martedì 5 gennaio 2010

Silvia Baratta. La PR del Vino

50 volti della Comunicazione
50 autoritratti contemporanei


Quando Biagio mi ha invitata a fare parte del Pranista ho detto: bello! Ti preparo subito il mio profilo! Era, penso, ottobre…. E oggi, 5 gennaio, mi trovo a scrivere quel famoso profilo rimasto nel limbo.
Ecco spiegato il lavoro del PR! Una costante corsa contro il tempo perché gli impegni sono sempre troppi, ma anche una insaziabile curiosità verso tutto ciò che è stimolante, nuovo, cosa che ti fa riempire sempre troppo l’agenda, e la testa, ma un posticino, si sa, si trova sempre! Io che dovevo occuparmi di campi e piante, vista la mia laurea in Agraria con tesi in viticoltura che tanto fa ridere i miei colleghi, mi sono ritrovata a fare quello che tanto odiavo al liceo classico… scrivere tutto il giorno, cercando di stimolare la curiosità di chi non mi può vedere, chi non mi conosce, o forse si, chi è a caccia di notizie.
Se poi le notizie e gli scoop bisogna trovarli nel vino, il mio settore, è tutto dire! Di certo di notizie come le Nozze di Cana non ce ne sono molte in giro, ma ecco che l’esercizio diventa ancor più stimolante. E poi ci sono gli eventi… quanto è bello stravolgere il format della grande mangiata di cose golose e abbinarle alla psicologia, all’arte, al cinema. E così, tra un vino e un ristorante, tra un prodotto tipico e un luogo da visitare, scopro che l’Italia è meravigliosa anche se non vanno tante cose.
Di quel legame con l’agronomo mancato che è in me restano solo due cose: la passione per i cavalli, che con le unghie e con i denti difendo da circa 20 anni, e la vita in campagna… ebbene si, nonostante lavori con aziende dal Piemonte alla Calabria o con regioni della Francia e della Germania, non mi sono trasferita in una grande città e continuo a mantenere l’ufficio a Treviso. Una passeggiata sul greto del Piave dà molta più ispirazione di un meeting tra quattro freddi muri della metropoli.

Per informazioni su di me e sulla mia agenzia www.gheusis.com email silvia(at)gheusis.com

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/