venerdì 27 febbraio 2009

Povia@marketing.com

Premessa necessaire: non ho seguito il festival perché nonostante sia nazionalpop non riesco ad appassionarmici mai ed anzi mi annoia a morte; a naso quel che dice o anzi che vuol comunicare Povia è assolutamente lontano da me.
Ma...
Trovo che Povia si stia posizionando a livello marketing in maniera molto precisa e molto efficace. A parte la polemica di quest'anno per la quale tutti traevano beneficio (il festival e bonolis, povia, l'arcigay stesso che ha avuto un palcoscenico internazionale, la casa musicale di povia, ecc.)
Povia invece si definisce un «un portatore sano di polemiche», scherza con i giornalisti e rilancia: «Sto preparando una nuova polemica per l'anno scorso».
Mi sembra che da I bambini fanno ooo a Luca era Gay (dopo essersi bucato ancora... ma in realtà quella era poesia sette giorni su sette, tutta un'altra storia) e attraverso le mille e una uscita su DICO, gay, bambini, ecc. il buon Povia (nome per allitterazione molto pio) stia diventando davvero il cavaliere buono del partito di Ratzi o giù di lì...
Che rappresenta anche un bel targettone. Bisognerebbe chiedere all'agente (ma mi risulta sia stato dimesso)
Sbaglio forse?

giovedì 26 febbraio 2009

martedì 24 febbraio 2009

Miniscùpp... se ne va il direttore di PRWatch

Dopo aver fondato e guidato il Center for Media and Democracy e PR Watch, quelle Ong che in Italia non vediamo purtroppo (sia dal punto di vista della professionalità sia dei contenuti), John Stauber se ne va e cambia lavoro...

PRWatch non è certamente amato dai nostri colleghi americani e non solo, spesso scomodo e quasi scorretto in talune derive consumeriste (a volte iperdemagogiche) ma sicuramente un pungolo democratico ed etico in grado di far crescere la professione. Nonché un'utilissima fonte di spunti e di riflessioni. Ecco la sua mail di addio:

Sixteen years after founding the Center for Media and Democracy and our publication PR Watch, I'm moving on this June to new challenges.
The search for my replacement began last week and we hope that by summer CMD will have a new executive director. I believe that CMD needs a high energy executive director especially skilled at taking us to our next level of success, and at age 56 I want a less demanding life with more personal time.
Per leggere tutto l'articolo di commiato ecco qui

lunedì 23 febbraio 2009

Max Clifford intervistato da Riz Khan

Un video al giorno leva il pranista di torno... Il guru inglese delle PR Max Clifford intervistato da Riz Khan su AlJazeera

giovedì 19 febbraio 2009

Threemountains vs. media

Sono appena stato alla presentazione de "La Valanga" il nuovo libro dell'inviato negli USA del Corriere della Sera Massimo Gaggi. Presenti in sala il ministro ombra Bersani e il superministro dell'economia Threemountains.
Come al solito Bersani mi piace per la concreta solidità delle sue considerazioni (in sintesi la necessità di avere un economia e una società che dialoghino virtuosamente e si influenzino reciprocamente) e - come al solito, ma è colpa dei miei inaffrancabili pregiudizi - Threemountains non mi convince perché ha ribadito alcune banalità sull'attuale crisi, con il tono da professorino che tutti conosciamo, ripercorrendo gli eventi degli ultimi mesi... Mi aspettavo qualche idea innovativa (anche creativa) in più.
L'unico spunto di qualche interesse che 3Monti ha dato è stato sottolineare come i media abbiano contribuito a diffondere un effetto panico di sfiducia che vanifica gli sforzi di chi cerca di ridare fiducia... "Non è che vorremmo fare come Caesescu che quando si moriva di freddo in Bulgaria faceva trasmettere in TV... 16 gradi a Sofia, però..." Una specie di lapsus freudian-berlusconiano se vogliamo essere maliziosi.
Interessante perché attribuisce ai giornalisti, mediatori della comunicazione, un problema che in realtà forse è in primis da attribuire ai comunicatori (ai PR) che non sono riusciti a gestire alcune crisi di comunicazione e non riescono ad infondere fiducia.

L'accusa anche se generica, a mio avviso, però tocca un punto cruciale del panorama comunicativo contemporaneo di cui sicuramente siamo partecipi: il corto circuito di sistema nervoso mediatico, flussi info-economici e reazioni dell'opinione pubica che genera irrazionalmente panico in tempi di crisi e euforia in tempi di sviluppo.

lunedì 16 febbraio 2009

Appunti Svedesi


Sono in pullman, in viaggio tra Stoccolma e Karlskoga - sperduta città del centrosud della Svezia- perché sto andando a incontrare la Motorsport Swedish Association. Il viaggio dura tre ore e mezza e già pensavo al fatto che tra un libro, qualche rivista, il mac e qualche connessione volante sarei riuscito a far passare le tre ore e passa senza troppi problemi.
Quand'ecco che senza troppa convinzione lancio il wi-fi e si accende la rete Swebus Express e mi connetto. Stessa cosa era successa ieri sul treno.
Non che si tratti di un'innovazione rivoluzionaria, ma il mio stupore bambinesco e la gioia, che questa piccola sorpresa mi hanno dato, sono significativi di quanto possa apparire lontano questo mondo, la Svezia, dove tutto funziona e pure bene.
Quanto appare lontana l'Italia da qui, senza neanche soffrire troppi gradi sottozero.
Quanto è facilitato qui il lavoro del brainworker rispetto allo stivale. E allora faccio davvero fatica a difendere a spada tratta la reputazione/l'imagine del nostro paese quando qui ne discuto con parenti e amici.

lunedì 9 febbraio 2009

O Tempura, o (co)mores! L'opinione pubica e l'Irrazional Popolare

Quando si parlava della morte dell'opinione pubblica a proposito del videolibro di TMF sulle RP non avevo ancora sentito parlare de L' irrazionalpopolare. Da Bocelli ai Suv. Viaggio tra gli incomprensibili miracoli d'Italia, Bonami Francesco, Mastrantonio Luca, - Einaudi.
Ne ho sentito parlare oggi (ovviamente in quella geniale trasmissione che è Melog e che purtroppo per un sadico palinsestiere non posso più ascoltare in diretta e quindi poi mi dimentico, ecc. ecc.) e mi ha ricordato Chaltron Escon di Tommaso Labranca, altro libro geniale che ha a che fare con i comportamenti pubici del popolo-audience italico.
Adesso me lo leggerò per capire se IrrazionalPopolare è la categoria adatta per significare i movimenti di opinione/comportamento della massa italica che non rispondono più alla mediazione dell'opinione pubblica in senso moderno.


Recensione Da Il Corriere.it

Il viaggio di Luca Mastrantonio e Francesco Bonami negli inspiegabili miracoli nazionali
Il successo senza qualità nell'Italia irrazional-popolare
Da Gramsci all'egemonia del mercato: Bocelli, Grillo e gli altri

Il nazional-popolare è morto e sepolto. La categoria gramsciana che ha ispirato politica e cultura della sinistra (del Pci, prima di tutto) per oltre mezzo secolo, oggi non vale più. Si proponeva, Gramsci, di realizzare un'alleanza tra ceti intellettuali e masse lavoratrici, per la conquista, prima ancora che del potere, dell'egemonia. Oggi però l'egemonia culturale — e il potere politico — sono in mano a Berlusconi.

mercoledì 4 febbraio 2009

Help Modena!

Da qualche giorno è scoppiata a Modena una clamorosa polemica mediatica che riguarda il Festival Filosofia.
La direttrice Michelina Borsari si è dimessa in disaccordo con la Fondazione San Carlo che gestisce la Scuola di Alti Studi e promuove il Festival Filosofia, suscitando la protesta dei più importanti filosofi (Bodei, Garimberti, Veca, Augé, Farinelli, Cacciari, ecc.) che la vorrebbero ancora al suo posto.
Se inizialmente la polemica è rimasta confinata in ambito locale, con il Carlino a cavalcare fin da subito e la Gazzetta di Modena a inseguire, ieri la storia è approdata sulle pagine nazionali.
Non è che Modena ne esca benissimo. Uno degli eventi gioiello della città pare non tornerà più come è stato fino all'ultima edizione; ma soprattutto una delle più note Scuole di Alta Formazione in Italia perde l'apporto dei nomi più prestigiosi del mondo della cultura.
Come aiutare la città a recuperare? Come evitare questa crisi di comunicazione e quest'incidente di (s)marketing territoriale?
Credo che in città si accettino proposte, idee e suggerimenti. Io mi astengo.

martedì 3 febbraio 2009

Ogilvy matters!

Ho letto su Prima di gennaio che Ogilvy & Mather ha lanciato un sito web su come affrontare la recessione: Ogilvy on recession.
Incuriosito mi ci sono fiondato e ho scaricato due manualetti in .pdf che i son già sparato: “Optimising the Marketing Budget in Recession” e “The New PR – Leveraging... etc. etc.”
Complimenti! La qualità dei prodotti non è assolutamente male, anzi. Il manualetto sulle PR al tempo del web 2.0 è interessante e soprattutto mi è piaciuta la breve sezione sulla gestione di crisi tramite i social media. Da leggere. Meta-comunicativamente il sito rappresenta un'ottima azione di PR 2.0.

lunedì 2 febbraio 2009

Reputation managers di tutto il mondo, udite(vi)!

Da un pezzo di TMF su Ferpi.it cito un brano su come il comunicatore incide sulla reputazione e sul fraintendimento della gestione della reputazione... testimoniato dall'uso/abuso sempre più diffuso che si fa di questo termine nel settore comunicazione. Non ultimo il sottotitolo di PR Week che recita: "For professional communicators and reputation managers"

Il relatore pubblico di una organizzazione può intervenire per migliorare la reputazione? Certo. Lo può fare innanzitutto convincendo l’organizzazione a migliorare la qualità delle sue decisioni tenendo conto delle aspettative dei suoi pubblici influenti, e sviluppare comportamenti che contribuiscano ad elevare quegli indicatori (non sono sempre gli stessi per qualsiasi organizzazione, ciascuna delle quali ha delle proprie specificità) di cui abbiamo accennato, e poi, e in questo momento soprattutto, può comunicare questi comportamenti con responsabilità e con maggiore efficacia.

L’organizzazione non ‘gestisce’ la propria reputazione, che viene decisa dagli altri. Può soltanto gestire quei processi che determinano decisioni e comportamenti dell’organizzazione che, a loro volta, contribuiscono a determinare la reputazione. Tutto qui. Non c’è bisogno di sofisticare troppo. O sbaglio?

domenica 1 febbraio 2009

What are you good at... Processi vs. Contenuti?

Un post dal bog di Seth Godin... Lo riporto per intero perché i sebra un'interessante riflessione per noi brain-workers: ciò che crea valore per noi è la capacità di organizzare processi (per i PR gestione di relazioni & flussi di informazione) rispetto alla mera conoscenza della materia, delle persone o delle competenze.


As you consider marketing yourself for your next gig, consider the difference between process and content.

Content is domain knowledge. People you know or skills you've developed. Playing the piano or writing copy about furniture sales. A rolodex of movers in a given industry, or your ability to compute stress ratios in your head.

Domain knowledge is important, but it's (often) easily learnable.

Process, on the other hand, refers to the emotional intelligence skills you have about managing projects, visualizing success, persuading other people of your point of view, dealing with multiple priorities, etc. This stuff is insanely valuable and hard to learn. Unfortunately, it's usually overlooked by headhunters and HR folks, partly because it's hard to accredit or check off in a database.

Venture capitalists (ce ne sono in Italia?) like hiring second or third time entrepreneurs because they understand process, not because they can do a spreadsheet.

As the world changes ever faster, as industries shrink and others grow, process ability is priceless. Figure out which sort of process you're world-class at and get even better at it. Then, learn the domain... that's what the internet is for.

One of the reasons that super-talented people become entrepreneurs is that they can put their process expertise to work in a world that often undervalues it.

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/