Sono appena stato alla presentazione de "La Valanga" il nuovo libro dell'inviato negli USA del Corriere della Sera Massimo Gaggi. Presenti in sala il ministro ombra Bersani e il superministro dell'economia Threemountains.
Come al solito Bersani mi piace per la concreta solidità delle sue considerazioni (in sintesi la necessità di avere un economia e una società che dialoghino virtuosamente e si influenzino reciprocamente) e - come al solito, ma è colpa dei miei inaffrancabili pregiudizi - Threemountains non mi convince perché ha ribadito alcune banalità sull'attuale crisi, con il tono da professorino che tutti conosciamo, ripercorrendo gli eventi degli ultimi mesi... Mi aspettavo qualche idea innovativa (anche creativa) in più.
L'unico spunto di qualche interesse che 3Monti ha dato è stato sottolineare come i media abbiano contribuito a diffondere un effetto panico di sfiducia che vanifica gli sforzi di chi cerca di ridare fiducia... "Non è che vorremmo fare come Caesescu che quando si moriva di freddo in Bulgaria faceva trasmettere in TV... 16 gradi a Sofia, però..." Una specie di lapsus freudian-berlusconiano se vogliamo essere maliziosi.Interessante perché attribuisce ai giornalisti, mediatori della comunicazione, un problema che in realtà forse è in primis da attribuire ai comunicatori (ai PR) che non sono riusciti a gestire alcune crisi di comunicazione e non riescono ad infondere fiducia.
L'accusa anche se generica, a mio avviso, però tocca un punto cruciale del panorama comunicativo contemporaneo di cui sicuramente siamo partecipi: il corto circuito di sistema nervoso mediatico, flussi info-economici e reazioni dell'opinione pubica che genera irrazionalmente panico in tempi di crisi e euforia in tempi di sviluppo.
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