Già nella presentazione appare chiaro come il ruolo del comunicatore del territorio (il relatore/comunicatore pubblico per eccellenza: ma cosa sta succedendo alla comunicazione pubblica in italia???) - colui che cerca di rappresentare il territorio con azioni di marketing territoriale/urbanistico ma non solo - sia assente.
Urbania, il festival dell’urbanistica di Bologna vuole esplorare insieme ad alcuni protagonisti internazionali dell’architettura, dell’economia, dell’amministrazione pubblica, dell’arte e della letteratura, temi come la necessità di affrontare la crisi ecologica attraverso gli strumenti della progettazione e della pianificazione urbana, le emergenze finanziarie e la casa, l’architettura residenziale a basso costo, le problematiche connesse al consumo del suolo e alle risorse limitate. Sono questioni importanti, “l'inferno e il paradiso” della vita nelle città.
E' un'azione quella del comunicare la città (sia come oggetto, sia come soggetto, sia come pubblico) che l'architetto urbanista e il sociologo ci stanno praticamente soffiando da sotto il naso; basta dare una scorsa a tutti i vari progetti di urbanistica partecipata che fioccano ovunque. Nulla di personale contro architetti e sociologi; ritengo anzi dovremmo coinvolgerli in un dialogo che ci renda protagonisti della trasformazione del territorio sia nell'ascolto dei pubblici sia nel l'ideazione e nel trasferimento del messaggio. Così come TMF aveva indicato quest'estate a Torino durante la nostra assemblea e al Congresso Mondiale degli Architetti.
Purtroppo nessuno di noi rp/comunicatori pubblici è inserito in programma, mentre vedo fioccare direttori di riviste di architettura (i veri organi di pr del settore). Concluderà sabato il festival J. Baffo Rifkin.
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