martedì 15 luglio 2008

Comunicazione Pubblica: grande è la confusione sotto il cielo

Non c'è che dire... Per chi era abituato a ricevere le newsletter del Compa per tenersi aggiornato su novità, studi e segnalazioni varie sulla comunicazione, da qualche tempo la casella di posta ha cominciato a sdoppiare le mail di comunicazione pubblica lasciando tutti un po' interdetti.

Poi il trasferimento di Compa a Milano ad opera di Conference Service, contestato dall'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale (fondatrice del salone...)
Come diceva Mao Tze Tung “Grande è la confusione sotto il cielo dunque tutto è stupendo". Non proprio.

La Comunicazione Pubblica è un settore che non esiste: con i fondi pubblici in calo vorticoso da anni e una pubblica amministrazione sempre più affannata. Il Salone negli ultimi anni si reggeva praticamente su grandi espositori istituzionali (esercito, caramba, ministeri vari, qualche regione) ma erano completamente scomparsi i piccoli enti. Le stesse aziende fornitrici degli enti pubblici non sono mai state numericamente significanti.

La differenza e l'interesse inizialmente stava nella qualità di alcuni workshop, nel confronto tra best practices, nelle idee innovative di qualche dirigente comunicazione e in qualche premio.

La parte culturale aveva una sua dignità, la parte espositiva molto meno. Sentendo i commenti dell'una e dell'altra parte (soprattutto off records) non ci sono proprio baci e coccole.

Cos' la comunicazione pubblica? Un segmento, una specializzazione, un aspetto del mondo della comunicazione. E se è stata scambiata per qualcos'altro è perché c'erano molti soldi da spendere e spandere...

Ma soprattutto. Non esistendo un salone/fiera/mostra di rilevanza nazionale sulla comunicazione, come può esistere un salone su un segmento del mondo della comunicazione? Un segmento tra l'altro notoriamente in bolletta... e a quanto pare in confusione.

3 commenti:

  1. Una delle ultime comunicazioni di Conference Service


    Rapporti con l'associazione Comunicazione Pubblica, un chiarimento
    Abbiamo ricevuto in questi giorni, con sincero dispiacere, la conferma della decisione da parte di Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale di non voler né partecipare né contribuire quest'anno all'edizione di COM-PA 2008 legittimamente trasferita, per motivi di evidente opportunità e valorizzazione dell'evento stesso, da Bologna a Milano, presso il più importante sistema fieristico europeo. Il sito ufficiale della manifestazione non ha finora accolto una sola riga che potesse alimentare polemiche e intende proseguire su questa linea nel pieno rispetto delle decisioni di ogni parte, nonché nel rispetto del lavoro di istituzioni, università e associazioni professionali impegnate nel progetto.



    Ribadiamo solamente che la suddetta Associazione è stata comprovatamente sollecitata a mantenere il suo ruolo di primo piano nella programmazione del Salone. Ma a fronte di tali ripetuti inviti sono solo giunti dinieghi spesso accompagnati da polemiche strumentali, probabilmente volte a screditare la riuscita dell'iniziativa di quest'anno.


    A smentire alcune affermazioni sul valore dell'iniziativa bastano i fatti. Le maggiori istituzioni nazionali - a cominciare dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, riferimento per competenza nell'ambito del Governo, e tutte le istituzioni territoriali - hanno assicurato patrocinio e volontà di partecipazione. Le istituzioni territoriali più rilevanti (Regione Lombardia, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Milano) hanno costituito, insieme a Fiera Milano, un comitato operativo dei direttori centrali della comunicazione per le sinergie connesse alla comunicazione e alla partecipazione dei pubblici dipendenti. Allo stesso tempo le maggiori associazioni professionali di settore hanno deciso di prender parte al comitato di programma che in queste ore ha approvato la pianificazione finale.


    Ringraziamo Fiera Milano per aver creduto di dare giuste sinergie con questa esperienza che ha tra gli obiettivi anche quello di accompagnare "il cantiere comunicativo di EXPO 2015", tra l'altro negli stessi spazi fieristici dell'EXPO. E ringraziamo i rappresentanti di tutte le università milanesi e delle maggiori associazioni professionali della comunicazione che stanno partecipando al lavoro di formazione del programma nel quadro di un comitato di lavoro che Fiera Milano ha istituito con una trasparente convenzione con Fondazione Università IULM.


    Ci si limita a queste indicazioni per incoraggiare i soci dell'Associazione ad una valutazione che superi questa spiacevole conflittualità. COM-PA 2008 è trattato da esperti ampiamente riconosciuti per la loro competenza in materia e chi si occupa dei contenuti sta facendo e farà tutto il possibile per "dare voce" non per "togliere voce" all'associazionismo degli operatori.


    A cura dell'Ufficio Stampa di COM-PA

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  2. Una comunicazione dell'Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale


    Superior stabat lupus


    Avvicinandosi l'ora della digestione, qualcuno comincia a lacrimare.
    In una nota, falsamente vittimistica, redatta dall'azienda di servizi che ha trasferito a Milano il nostro Salone della Comunicazione Pubblica, vengono illustrate le sette bellezze dell'edizione 2008 alle quali si contrapporrebbe, chissà perché, la nostra Associazione.

    Lo ripetiamo ancora una volta: noi non abbiamo mai usato una sola parola di critica nei confronti di coloro che, all'improvviso, hanno ritenuto di dare un contributo alla manifestazione.
    La questione è un'altra e lo stesso testo, se letto con attenzione, conferma che abbiamo avuto ragione ad opporci ad una decisione incomprensibile e destinata a creare solo confusione.

    COM-PA, vogliamo ricordarlo a coloro che avessero ricevuto informazioni diverse, è un marchio fieristico di nostra proprietà e la manifestazione che si sta organizzando a Milano è tutta un'altra cosa rispetto alle passate edizioni.
    Ma su questo non intendiamo, almeno in questa sede, esprimere alcuna valutazione.

    Ci preme invece sottolineare che siamo di fronte ad un'azienda di servizi che sta conducendo un'operazione senza precedenti. Sarebbe come se il titolare del catering di un aereo decidesse non solo di cambiare la rotta in volo ma pretendesse anche di occupare la cabina di pilotaggio.

    Da tempo non capiamo il tentativo di questa azienda di accreditarsi come interlocutore scientifico nei nostri confronti. E' pur vero che la giovane età della comunicazione pubblica produce "esperti" in quantità industriale e che il mancato riconoscimento dei nostri profili professionali alimenta le peggiori tentazioni. Ma non basta editare una news chiamandola "comunicatori pubblici" per trasformarsi in un'altra cosa. L'autocertificazione non è ancora legalmente riconosciuta per chi si inventa competenze e conoscenze che non gli appartengono.

    Per questo la nota di cui parliamo, pur zeppa di spiegazioni, finisce per non spiegare nulla e conferma solo l'esistenza di "comitati di programma" non concordati né decisi con i proprietari del marchio COM-PA.

    Stendiamo, infine, un pietoso velo sul maldestro tentativo, pur registrando che non è il primo, di dividere il gruppo dirigente dagli iscritti all'Associazione. I nostri soci, da tempo, non hanno più bisogno di balie, hanno capito benissimo tutto e, se ce ne fosse stato bisogno, lo hanno dimostrato nelle recenti elezioni per il rinnovo delle cariche sociali.

    Non sappiamo se COM-PA 2008 avrà o non avrà successo. Sappiamo però che nell'uno o nell'altro caso non ci si potrà attribuire nessuna responsabilità.
    Insomma, per dirla con Esopo a cui abbiamo sottratto l'incipit di un suo celebre racconto, l'acqua non l'abbiamo certamente intorbidita noi.

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  3. Ho pubblicato un paio di comunicazioni di Conference Service (organizzazione COMPA) e dell'Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale, per dare un'idea delle due diverse posizioni.

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