"È una giungla - dice Stefano Zerbi del Codacons - . Vogliamo capire se esistano zone grigie. In teoria, con la legalizzazione della pubblicità occulta, non è affatto vietato reclamizzare un prodotto su YouTube. È come Instagram: chi ha valanghe di follower, e inserisce un marchio in una foto, riceve prodotti gratis, benefit, viaggi"
Appunti di viaggio in: #Comunicazione #Geografie #Rappresentazioni #Comunità #Management #Territorio #Advocacy #PublicAffairs °RelazioniPubbliche
martedì 21 marzo 2017
Gli sponsor nascosti nei video degli youtuber più amati dai ragazzini
"È una giungla - dice Stefano Zerbi del Codacons - . Vogliamo capire se esistano zone grigie. In teoria, con la legalizzazione della pubblicità occulta, non è affatto vietato reclamizzare un prodotto su YouTube. È come Instagram: chi ha valanghe di follower, e inserisce un marchio in una foto, riceve prodotti gratis, benefit, viaggi"
venerdì 10 marzo 2017
Perché è nostro dovere parlare di comunicazione & disastri naturali?
Questa è la domanda che fin dal primo incontro a Mirandola, durante il terremoto dell’Emilia, ci ha guidato per costruire un percorso che non si esaurisse in un’iniziativa one-shot o di breve periodo.
È anche la domanda che ci porta in questi giorni nuovamente in Veneto per discutere con i giornalisti, nostri fondamentali stakeholder.
Personalmente, avendo vissuto l’esperienza terremoto in prima persona da professionista e avendola poi studiata, e poi ancora rivissuta – seppur da lontano – con il terremoto del centro Italia, ritengo che abbiamo una duplice responsabilità come comunicatori e appartenenti ad un’associazione professionale.
Come comunicatori ritengo abbiamo il dovere di parlarne per tentare di trasmettere ai colleghi e in particolare ai professionisti più giovani il valore che le relazioni pubbliche possono offrire alle organizzazioni, alle comunità, ai territori colpiti da disastri naturali. Una responsabilità nei confronti quindi della professione (cfr. Melbourne Mandate).
Come appartenenti a Ferpi ritengo abbiamo il dovere di parlarne a stakeholder ben definiti, come nel caso del corso di Verona, per rendere consapevoli questi nostri stessi interlocutori e l’opinione pubblica dell’importanza che la comunicazione di crisi riveste prima per la preparazione, poi durante l’emergenza e infine del ruolo che il racconto del disastro può avere nella ricostruzione. Non dobbiamo stancarci di ripeterlo: la narrazione del disastro può mettere in moto processi di resilienza nelle comunità, che sono le prime a dover essere ricostruite. Ma una buona comunicazione prima dell’emergenza è altrettanto importante per preparare le comunità al rischio ed ad esempio informarle dei piani di protezione civile. Una responsabilità nei confronti della società (cfr. Melbourne Mandate).
È una mission di alto profilo, cui possiamo concorrere insieme ad altri soggetti, e che già diversi attori hanno riconosciuto anche nell’ultimo, interminabile, tragico fenomeno sismico che ha colpito il centro Italia.
Perdonerete quindi l’insistenza, ma son convinto che si tratti di una grande opportunità di advocacy per la professione… #comunicobene
Pubblicato su Ferpi.it http://www.ferpi.it/perche-e-un-dovere-parlare-di-comunicazione-e-disastri-naturali/
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