Commento al pezzo A Lugano il Global Credentials Accreditation Summit da Ferpi.it ripreso dalla newsletter di Global Alliance.
E’ stato un summit molto interessante perché ci ha permesso di confrontare stato dell’arte, aspettative, proposte e idee di una ventina di associazioni molto diverse tra loro.
1- Inglesi, canadesi, americani, australiani e neozelandesi convergono sostanzialmente su un modello tradizionale che potrebbe essere riconducibile a quello dell’APR della PRSA (in realtà la CIPR inglese ha il suo), che ha compiuto ormai 50 anni proprio nel 2014 ed è un percorso impegnativo che prevede studio ed esami di verifica (seri - vedi APR su Wikipedia);
2- IABC, che (va ricordato) è un’associazione internazionale ma con una membership prevalentemente nordamericana e ha già un suo accreditamento (denominato ABC – http://www.iabc.com/abc/), ha intrapreso un percorso in partership con l’organizzazione ISO per costruire un sistema di accreditamento globale che possa essere fruito anche da non membri;
3- FEIEA, la federazione europea delle associazioni di comunicazione interni, sta in questi mesi costruendo una sorta di certificazione per la funzione Comunicazione Interna insieme alla società di consulenza Deloitte;
4- i paesi nordeuropei sono un po’ più freddi sul tema dato che i loro soci non esprimono una vera e propria esigenza in questo senso e anzi lo vedono più come un potenziale limite alla libera intrapresa;
5- altri paesi come la Svizzera, ma anche l’Italia, subiscono un po’ di più l’interventismo dello stato.
In definitiva le posizioni sono davvero tante e diverse a seconda della propria storia nazionale e professionale; l’idea di un accreditamento globale – a patto che non appesantisca il lavoro delle associazioni – e/o di un mutuo riconoscimento dei diversi accreditamenti sembrano condivise.
Una posizione pragmatica e realista – ma questo è il mio punto di vista personale – è che il modello IABC, considerati gli investimenti già fatti, la partnership di ISO (che è l’organizzazione mondiale per la definizione degli standard) e lo stato di avanzamento del progetto, sia destinato a posizionarsi come punto di riferimento primario. E forse per tutti quelli che non ce l’hanno sarebbe il più facile da accettare. Ma difficilmente chi ha già un suo accreditamento (PRSA; CIPR) rinuncerà.
NB: l’accreditamento esistente copre una piccola percentuale di professionisti delle associazioni che lo propongono. Immagino sia evidente ai più ma voglio sottolinearlo per evitare fraitendimenti: l’accreditamento è qualcosa di un po’ più impegnativo della qualifica Ferpi di Socio Professionista.
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