giovedì 21 marzo 2013

La selezione degli stakeholder all'interno delle organizzazioni

Traduzione di un post apparso su PRCoversations. Oltre a segmentare secondo i tradizionali criteri di gruppi di lavoro (ad es: quality vs manufacturing), livelli (blue collar vs white collar)  geografie e anagrafiche, Toni invita non solo a inserire i concetti (già sedimentati nel marketing riguardo ai consumatori) di tribù, culture, nicchie... ma anche a:

Il mio ragionamento – se si pensa ai dipendenti – è stato che possiedano i seguenti profili: 

  • personale 
  • professionale 
  • territoriale (ossia che comprenda la storia, la cultura, i valori e le norme relative al vivere in un determinato territorio piuttosto che in un altro) 

In parallelo, le organizzazioni hanno almeno due profili: 

  • aziendale 
  • settoriale 

Una volta che si riconosce l’appartenenza ad uno specifico profilo, la progressione naturale del pensiero è che probabilmente sia una causa persa riuscire a sviluppare un approccio “generico” alla comunicazione, e che invece, sia più utile dedicare tempo ad approcci “specifici” (situazionali).

Un ruolo che spetta (anche) al comunicatore interno.
La selezione degli stakeholder nel 21° secolo - Ferpi

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