mercoledì 28 novembre 2012

007 licenza di operare

Il caso Ilva sta portando all'attenzione dell'opinione pubblica  una serie di questioni tipicamente di nostro interesse: rapporti con staholder istituzionali e con i pubblici influenti, issues ambientali e sociali, relazioni sindacali e media.
Purtroppo come spesso accade la scrittura/lettura dei giornali e delle tv è paurosamente superficiale e nella maggior parte dei casi, anche quando tiene insieme i due livelli principali, ambiente & lavoro, li contrappone nella narrazione (ambiente vs. lavoro). Non parliamo poi di tutti gli articoli che con noncuranza assoluta mixano bellamente fatti e opinioni, giudizi e voci. Ma diciamo che questo tema ha a che fare con la professionalità dei giornalisti e i temi che interessa i professionisti di RP sono altri.
La domanda di fondo che a noi interessa è: in quale modo si era costruita e come si sostanziava la licenza ad operare dell'organizzazione Ilva a Taranto?
Come l'Ilva ascoltava, valutava e rispondeva attivamente alle aspettative dei propri stakeholder? Come coinvolgeva e ingaggiava (cfr. engagement secondo Toni)
Come l'Ilva gestirà il necessario cambiamento del suo approccio? Come lo comunicherà?
Non è questo il tema di fondo di tutti i casi?

mercoledì 21 novembre 2012

Ultimo giorno del World PR Forum

Beh ieri è stata una bella giornata. Il Keynote Speech di Edelmann Now is our time to lead, seppur in video (il papà non sta bene) è servito a darci il giusto kick che il caffé qui non riesce a darti. But to lead, the PR field has to evolve beyond perception management to the changing of reality. 
A seguire l'intervento di Paul Holmes troppo corto purtroppo. 
Invece due belle sessioni sono state:
  • "Retweet: reorienting public relations for the future" con Kate Fitch, Murdoch University, Anne Gregory, Leeds Metropolitan University, Gregor Halff, Singapore Management University, Facilitator
  • quella sulla misurazione cui partecipava John Paluszek, Have we found the “Higgs Boson” of public relations in our advances measuring value? (con anche John Croll, Sentia Media; Kieran Moore, Ogilvy Public Relations Australia; Michael Ziviani, Precise Value; Facilitator, James Wright, Red Agency)

La seconda molto interessante per ora mi porta a concludere che l'unico standard che dovremmo applicare nella misurazione delle Relazioni Pubbliche è anzitutto l'obbligo di misurare con qualche forma di misurazione socio-statistica (dal focus group al sondaggio) che sia comprensibile e trasparente, correlata agli obiettivi prestabiliti e focalizzata sugli stakeholder della campagna, in definitiva utile ai nostri committenti per capire. 
A quel punto (e spero di non dire una bestemmia) anche l'AVE può diventare un primo gradino per aiutare la comprensione di chi è meno addentro (penso ai committenti nelle piccole-medie imprese con una cultura comunicativa di livello elementare) senza esaurire la misurazione in toto. 
Un'Ottima Anna Adriani ha presentato la CSR in Illy rendendoci tutti più orgogliosi di essere italiani.
Poi l'approvazione finale del Melbourne Mandate, che forse (con tutto il lavoro che è stato fatto) poteva sviluppare alcuni concetti degli Stockholm Accords con maggiore continuità senza bisogno di reinventarsi da capo, ma che ritengo comunque un buono strumento di advocacy della professione...
Infine vari annunci: 2014 World PR Forum in Spagna a Madrid, 2015 in Kenya (cfr. Vision 2030).
Poi a seguire varie altre cose che scriverò per Ferpi.it

lunedì 19 novembre 2012

Quarto giorno a Melbourne. Apertura ofizial!

Stamattina, dopo le pre-sessioni di sabato e domenica, ha aperto officially il World Public Relations Forum e la cosa che mi ha stupito è stata questa lunghissima fila alla registrazione, che ieri fortunatamente avevo già fatto. 
Bel discorso di apertura di Daniel Tisch, CEO della Global Alliance, bell'intervento della responsabile comunicazione di Medici Senza Frontiere e più tardi un ironico e coinvolgente Emilio Galli Zugaro,  capo comunicazione del gruppo Allianz. 
Poi al pomeriggio dopo una sessione di dibattito sul Melbourne Mandate e un dimenticabilissimo seminario social web, finalmente è stato il turno del panel guidato da Toni sull'implementazione degli Stockholm Accords.
Molto interessante, in particolare il lavoro di Blaec von Kalveit e l'intervento d Ronel Rensburg (PRIZA)
La mia presentazione la pubblico in the next days, forse...

Terzo giorno a Melbourne (ieri)

Richard Edelman martedì mattina
Una domenica bestiale. È iniziata male con un disturbo gastrosomething ieri mattina che mi ha tenuto a letto fino alle dieci.
Poi di corsa al Research Colloquium dove studenti, phd e professori presentavano tesi e paper sulle RP. Molto interessante la sezione dedicata ai disastri naturali con almeno un paio di relazioni che mi hanno incuriosito. Probabilmente potrebbe essere utile mettere in contatto Massimo Alesii (con il recente Master di primo livello sulla Comunicazione in contesti di crisi e di emergenza) e la task force Emilia Romagna con i relatori (oggi citazione sempre in argomento comunicazione e disastri naturali Catherine Arrow della PRINZ - Nuova Zelanda, dove di recente ci sono stati alcuni terremoti).
Alla sera in hotel presto per lavorare sulla presentazione di oggi, dedicata all'implementazione degli Stockholm Accords in Italia.
Fino a tarda notte e poi sveglia di nuovo molto presto, verso le cinque: il risultato è buono, un sentito grazie a Toni, Francesca Albanese, Rossella Patalano e Michele Toscano.
Non è facile condensare in pochissimi minuti tanto lavoro altrui. Provato e riprovato la presentazione almeno 7 volte.
Poi tutto in una chiavetta e in un pacchettino d quindici slide con relative speaker's notes. Let's go!

domenica 18 novembre 2012

Secondo giorno a Melbourne

Un interessante incontro con la Global Alliance e i responsabili di alcune tra le principali associazioni professionali di RP: PRIA, CIPR, PRIZA, PRSA, CPRS, Dircom e altri ancora... tra cui io per Ferpi.
Molte best practices condivise che sarebbero utili a Ferpi in questo momento di cambiamento: dal benchmark quote-socio alla governance, dalla formazione. Eccellente -  a mio avviso - il documento di indirizzo per le università Pathways to the Profession della CPRS, l'associazione canadese, con cui indicano cinque percorsi di studio basati sugli outcomes
Si tratta in pratica di linee guida (richieste dalle stesse università) con cui l'associazione cerca di offrire una panoramica sulle competenze richieste per i cinque livelli di preparazione (e di conseguente spendibilità sul mercato del lavoro) che la CPRS ha individuato:
the Technical Pathway; 
the Career Pathway;
the Management Pathway;
the Leadership Pathway
the Scholar Pathway

Interessante anche la guida per il professionista di relazioni pubbliche su Wikipedia (scaricabile dal sito) della CIPR, l'associazione (istituzione) inglese; non tutti sanno infatti che il 60% delle notizie pubblicate (survey della PRSA, l'associazione americana) sulle organizzazioni non è esatto e che i responsabili comunicazione di queste hanno enormi difficoltà a correggere questi errori.
Oltre a queste due iniziative di CIPR e CPRS, vari altri spunti (tra cui l'iniziativa di advocacy della PRSA "PR Serving public interest") che potrebbero essere presi in considerazione in vista delle modifiche di statuto.
Decisamente utile quindi il confronto con le altre associazioni e la possibilità di sentirsi raccontare le best practice.
Da parte Ferpi sul tema "Restoring Confidence in the system", ho (molto rapidamente) ripercorso l'importanza dell'Oscar di Bilancio e del lavoro sugli Stockholm Accords:
- come l'Oscar di Bilancio nei confronti di organizzazioni e imprese sia utile a premiare chi rendiconta con trasparenza (cfr. intervento Gherarda Gustalla Lucchini);
- come la diffusione dei principi degli Stockholm Accords tra i colleghi permetta di affermare il valore della professione nei confronti delle organizzazioni e dei loro stakeholder riaffermando la loro licenza di operare.

venerdì 16 novembre 2012

Australia, Melbourne. Primi appunti

foto by Helen
Sono arrivato abbastanza cotto dal viaggio (30 ore e 10 ore d fuso orario). Ho fatto giusto in tempo a farmi un'ora d sonno e una doccia, poi fuori per un caffè con la collega Helen Reizer (click to write her if you need an melbournese contact) che nel giro di 20 minuti mi ha fissato due serate a eventi melbournesi e presentato almeno 5 guys.
La cosa carina è che lei del Worl Public Relations Forum non sapeva nulla e un po' mi sfotte per questo: "PR associations are not able to make pr for themselves." :-)

In realtà l'attesa cresce. Già ci siamo sentiti con altri partecipanti tra cui Gabriella e Blaec. Nel frattempo un altro collega d Melbourne mi ha chiesto d partecipare a una sessione di Speed Mentoring, specie di testimonianza professionale lampo sul modello degli speed dates... perché non proporne qualche sessione con gli studenti o i neo-professionisti?

giovedì 8 novembre 2012

Qualche risposta/proposta al Melbourne Mandate


Premesso che ritengo il Melbourne Mandate un ottimo lavoro, ho qualche appunto che mi è venuto in mente... l'ho pubblicato sul sito Melbourne Mandate e lo lascio in inglese anche qui, perché così lo ho pubblicato sul sito. Ho utilizzato gli Stockholm Accords (non solo per e con Ferpi) ma anche all'interno della mia organizzazione nella lavoro quotidiano, ottenendo un riconoscimento del valore del ruolo e della professione.
Il Mandato, dopo il report "Bulding Belief", mi aiuta a rinforzare e rinnovare alcuni concetti di estrema importanza.


- Does the Melbourne Mandate capture the most critical emerging areas of value for public relations and communication management?

 In section 3 (the role of PR in the society) I see from an italian perspective a relatively recent emerging area that regards the intercultural or multicultural challenges that communities have to face. I am expecting a moro and more important involvement of PR in this issue.

 - The Melbourne Mandate’s first section focuses principally on the role of public relations in organizations; the second focuses on our interaction with stakeholders; and the third focuses also on the responsibility to society. Is the balance right?

 I think it's balanced. Nevertheles, regarding the first point we have to take into account that Values, Leadership and Culture are very often specific tasks of HR departments while our colleagues are usually mainly focused on internal communication tools and programs or, at the best, on the envisioning phase. We must work together with HR and dominant coalitions in the organizations to earn the gallons for these tasks and to demonstrate our competencies. That's possible but not always given. We must think our effort as a cooperative effort more than a competition with other functions but, again, this is not given. In this section we should also try to differentiate the mandate for senior and junior (manager and specialist) professionals: the Arthur Page Society report always refers to CCO (Communication Chief Officer) stressing a fundamental difference.

 - Can the Melbourne Mandate be applied in every culture, or are variations required? If so, which specific variations and why?

 Not all cultures are mature for some challenges; very often we can see cultural differences in the same geographical area or in the same organization also. PR professionals should try to apply it as much as they can, but I guess more as a "striving for perfection"...

 - The Melbourne Mandate includes some high aspirations for public relations. How can we prepare ourselves – as professionals and as a profession – to live up to these aspirations?

 PR assocations will have the crucial role of promoting these aspirations to students, to junior and to senior professionals. It's not an easy task because aspirations are linked to responsibilities. The Mandate is an important starting point and a powerful opportunity (as also Stockholm Accords have demonstrate to be) but have to be promoted with a special focus on Universities and beginners.

- As a professional, how could you actually use the Melbourne Mandate to advocate the role and value of public relations?

 I will start to promote its contents through Ferpi (the italian association of PR pros) but in particular I will use it in my organization and with local stakeholders, such as universities of the area, trade unions, institutions...

mercoledì 7 novembre 2012

Ultimi giorni per contribuire in maniera sostanziale alla definizione finale del Melbourne Mandate.



Come già scritto nei giorni scorsi, la Global Alliance for Public Relations & Communication Management ha rilasciato la prima bozza del mandato di Melbourne, una nuova call to action per le nuove aree di valore nelle relazioni pubbliche e la gestione della comunicazione. Il mandato sarà finalizzato tra questa e la prossima settima  per il World PR Forum, dove i delegati discuteranno il contenuto del documento.
A questo indirizzo (
http://melbournemandate.globalalliancepr.org/?p=316#respond) è possibile leggere il testo del Melbourne Mandate, in particolare cercando di capire se esso risponde in maniera efficace alle seguenti domande, a cui tutti i professionisti sono chiamati a offrire il proprio punto di vista.

- Il 
Melbourne Mandate riesce a prendere in considerazione le aree più critiche per il valore delle relazioni pubbliche e dellacomunicazione di oggi?
- la prima sezione del Melbourne Mandate si concentra principalmente sul ruolo delle relazioni pubbliche nelle organizzazioni, mentre la seconda si concentra sulla nostra interazione con gli stakeholder e la terza si concentra sulla responsabilità verso la società. E' un equilibrio corretto?
- Può il Melbourne Mandate essere applicato in tutte le culture o sono da prevedere variazioni? Se sì, quali variazioni specifiche e perché?
- Il Melbourne Mandate include finalità di alto livello per le relazioni pubbliche. Come possiamo prepararci - come professionisti e come professione - per riuscire ad essere all'altezza di queste finalità?
- Come professionista, come si potrebbe effettivamente utilizzare il Melbourne Mandate per sostenere il ruolo e il valore delle relazioni pubbliche?

domenica 4 novembre 2012

Commento al pezzo di TMF SU HuffPo



Accolgo il consiglio di chiusura, anche come RP se mi interessa di più cercare di ragionare su Reputazione, Identità e Immagine. 
A volte mi chiedo se i cambiamenti degli ultimi anni siano terminati o se altri se ne prospettano. Senza voler essere troppo meccanicista, è chiaro che l'impatto sociale di ulteriori nuove rivoluzioni digitali potrebbe sconvolgere ulteriormente i modelli che ci stiamo dando. Ma dando per buono l'hic et nunc, non lasciamoci sfuggire l'occasione.
Dagli Stockholm Accords a Building Belief, fino al Melbourne Mandate io ritengo che i Relatori Pubblici abbiano oggi l'opportunità epocale di COSTITUIRE un modello che ridefinisce il senso della nostra professione e che muta l'approccio delle organizzazioni alla comunicazione e al governo delle relazioni.

Occorre anche individuare e proporre i casi concreti delle organizzazioni più mature (come dice Toni il caso di IBM, ma anche GE) spostando decisamente il posizionamento delle RP tra le discipline di business management da un lato e il nostro ruolo all'interno delle organizzazione sul versante strategico decisionale.

Per sfruttare quest'opportunità storica, noi professionisti siamo i primi a doverci fare carico di questo cambiamento: facendo proprio un modello che è anzitutto una messa in discussione degli approcci precedenti ma anche un radicale cambiamento di ruolo. Siamo pronti a rinunciare a al punto G dello spin per imbarcarci nel governo delle relazioni? E' giusto creare una distinzione interna alla categoria? Di quali competenze abbisognano i Relatori Pubblici dei prossimi anni?

sabato 3 novembre 2012

Punto s.G(rillet)

Grillo è stato sgodevole con l'usicta del punto G. Ok. Sgodevole e maschilista.
Tuttavia ritengo che il richiamo ai suoi abbia molto senso su due livelli: 

  1. evitare i talk show televisivi permette al movimento di non diventare la stessa cosa della casta contro cui Grillo si posiziona in termini antitetici. 
  2. i singoli esponenti non hanno la capacità di sintesi di Grillo che riesce a tenere insieme di tutto e di più, perché trasforma il discorso politico in satira e la satira in discorso politico. 

Punto.
Tutto il resto sono speculazioni inutili. Tecnicamente a livello comunicativo Grillo ha ragione; che i suoi partecipino a incontri nelle piazze, sulle radio, nei dibattiti internet: tutto ciò che è si rivolge a microtarget e pubblici selezionati... ma non alla massa, non rischiando di diventare la stessa cosa degli altri (il Talk show mcluhanianamente trasforma tutti nella stessa cosa).
I grillini non vincono perché hanno un programma particolarmente entusiasmante e/o illuminato, ma semplicemente perché:

  1. non fanno parte della Casta e si propongono come unico movimento di pulizia e onestà (non è un caso che Di Pietro cominci a flirtare amabilmente, avendo terminato la sua mission antiBerlusconiana)
  2. prendono voti a destra e manca da tutto il Nimbismo esistente (No TAV, No G8, No Rigassificatori, No Discariche, No ecc No ecc.) condito delle varie ideologie del momento, territorialismo, ambientalismo, ecceterismo. Ma in questo caso il plus grillino è riuscire a integrare tutti i vari gruppi ANTI in un unico movimento che però insieme si sintetizza solo con l'abilità e i giochi di prestigio di G. Punto G.

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/