lunedì 29 giugno 2009

Il medium è il massaggio?

C'è un interessante riflessione di Carlo Formenti in un articolo pubblicato oggi su Corriere Economia e ripreso da Ferpi.it su come evolverà lo scenario mondiale dell'informazione con le conseguenti considerazione su nicchie, opinioni pubbliche. Come spesso accade c'è una visione un po' troppo catastrofista e decisamente troppo determinista: l'evoluzione tecnologica deciderebbe il funzionamento sociale. Come tutti gli scienziati di comunicazione sanno, non è mai stato così e la tecnologia ha influenzato il cambiamento sociale ed è stata cambiata dalla società.
Non credo proprio che nel giro di qualche anno tutti faremo uso solamente di news online e i.net; credo anzi che si imporrà un sistema mediatico fortemente polarizzato su ipernicchie (tipicamente i gruppi dei vari social network, ma le stesse audience dei lettori di giornali) e supermedia di massa (televisioni generaliste in primis, ma anche i lettori dei grandi portaloni).

Ciò che a noi interessa come comunicatori è riuscire a comprendere la schizofrenia del sistema che si prospetta e a gestire le relazioni con chi è in grado di influenzarlo. Ecco le conclusioni dell'articolo con cui però non concordo.

Da un lato, infatti, evocano l’immagine di un’opinione pubblica frammentata, fatta di tante piccole tribù che condividono un numero limitato di conoscenze e informazioni, dotate ognuna del proprio idiosincratico patrimonio culturale e dominate da capitribù (opinion leader) carismatici.

Dall’altro, prospettano lo scenario di un’informazione in cui le minoranze, qualunque sia la qualità dei loro argomenti, avranno accesso alla parola esclusivamente nella misura in cui faranno fatturato (pubblicitario). E con questo la sfera pubblica teorizzata da Jurgen Habermas, il luogo del libero confronto e dell’interazione fra tutte le voci del corpo sociale, sarà definitivamente morta e sepolta.

martedì 23 giugno 2009

Talks Clay Shirky: How Twitter can make history

[tratto da 7th Floor]

Mentre le notizie provenienti dall’Iran arrivano al mondo attraverso diversi media, Clay Shirky mostra come Facebook, Twitter e altri social media aiutano i cittadini nei regimi repressivi a raccontare le reali notizie, scavalcando i censori. La fine del del controllo “top-down” delle notizie sta cambiando la natura della politica.

Il video è stato appena pubblicato sul sito di TED.

Come e in quale misura l’uso di Twitter ha contribuito a fomentare le ultime proteste in Iran è una questione di grande dibattito. Fortunatamente, l’Iran ha avuto un’altra rivoluzione negli ultimi anni, che ci permette di confrontare gli effetti di Twitter nel tentare di cacciare il governo del paese.

lunedì 22 giugno 2009

Follow up elettorali

Un mese o poco più, un pugno di interviste, decine di incontri e comunicati stampa, centinaia di contatti su Facebook, migliaia di volantini-santini-lettere, milioni di parole... quanti di noi hanno partecipato all'annuale orgia della comunicazione elettorale?
E per quanti candidati e per quanti partiti...
Poi il giorno del giudizio, i promossi e i trombati, le interviste post e le polemichine. Quindi il Silenzio.
Cosa accade dopo le elezioni? Quali relazioni vengono mantenute e come?
Un buon piano di RP prevederebbe (a prescindere dal risultato) che tutto il lavoro non venisse lasciato lì, ma che si misurassero effetti e output; soprattutto il buon piano prevederebbe che i contatti avviati/sviluppati/rinsaldati non fossero lasciati all'intemperie del tempo che passa, ma che fossero gestiti oculatamente. Invece...
Surfate i blog, i profili e i google news alert dei vostri candidati e misurate la qualità del follow up. Votantò, otantò, tantò, antò, ntò, tò, ò!

Dalla newsletter di Forum Mondial e-democratie

Révolution Twitter en Iran: naissance d'un cliché ?

Dix jours après les résultats contestés de l'élection présidentielle en Iran, la situation reste confuse. Partisans du président sortant Ahmadinejad et du candidat réformateur Moussavi continuent de défilier dans les rues.
Dans le monde entier, un nom est sorti du cercle des spécialistes et des geeks: Twitter, le réseau social de micro-blogging qui a permis d'être informé en temps réel des évènements. Une irruption subite dans le monde des médias et de la politique qui pose quelques questions.

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mercoledì 17 giugno 2009

AAA: cercasi modello di business per le RP nelle PMI


Ultima (worst) case history: un'azienda per il lancio di un nuovo prodotto/servizio mi chiede insieme a un collega di elaborare idee di comunicazione.
Incontro preliminare, intervista in profondità, brief col marketing, briefing piuttosto approfondito (con bozza di missione, visione, obiettivi, strategie, mezzi da utilizzare, strumenti di msurazione), nuovo incontro, risultato:
"Ok... per ora mettiamo da parte il piano di comunicazione. Per ora servono un sito web e una brochure ai commerciali per sondare il mercato."
Ora che si fa nei panni del consulente di RP? SI accetta e si procede? Si lascia perdere? Si insiste per far cambiare idea?
Il finale è aperto... help me.

lunedì 15 giugno 2009

Ferpini, dù cose

All'assemblea Ferpi di venerdì scorso a Milano sono stati presentati i programmi del Presidente Comin per il biennio a venire.
Tra le cose che avrei voluto suggerire intervenendo - ma su cui come al solito ho dovuto pensare un po' prima di averle chiare a mente - ce ne sono due in particolare cui credo l'associazione e noi soci dovremo impegnarci:
- la crisi sociale in arrivo;
- i nuovi pubblici.

Sulla Crisi sociale in arrivo
Nei prossimi mesi, oltre alla contrazione che colpirà il settore dei servizi e quindi delle Relazioni Pubbliche, come sottolineato da De Rita recentemente e come è stato ricordato in assemblea (con ciò che significa per una galassia di occupati atipici come tutti noi, liberi professionisti, kokoproz, consulenti, ecc.) la crisi investirà - non dimentichiamolo - massicciamente tutti i ceti sociali con innalzamento della disoccupazione e chiusura di numerose aziende.
Si creeranno tensioni sociali, si acuiranno i conflitti, si accentueranno rivalità e i gruppi di interesse si arroccheranno sulle proprie posizioni a scapito dell'interesse generale.
Dovremo, credo, incaricarci di una missione alta per l'associazione: in quanto coloro che contribuiscoo a gestire le relazioni tra i pubblici, dovremo impegnarci a gestire le relazioni in tempi di crisi con l'idea di unire più che dividere, fare sistema, avvicinare gli stakeholder, prediligere l'etica all'estetica. Non far inseguire il consenso ma contribuire ad ascoltare e rafforzare le relazioni.
Con l'idea che non si tratta di raggiungere obiettivi di breve periodo con i sistemi di governo delle RP, ma di avviare percorsi di lungo periodo. Rinunciare a qualcosa oggi per costruire soggetti di sistema autorevoli. Dovremmo farlo per il Paese. Un paese che esce dilaniato da 15 anni di antagonismo ultrà politico, con un'economia non in salute e con servizi/infrastrutture (materiali e immateriali) arretrati.

Sui nuovi pubblici
Le recenti elezioni hanno dato ragione a un partito che comunicativamente è perfetto: ha una sua coerenza comportamento-comunicazione, un preciso messaggio, che viene ripetuto continuamente, un pubblico di riferimento, un paio di diverse attitudes (part. di governo con gli imprenditori; part. di lotta con i ceti più deboli).
La Lega però sta utilizzando un messaggio scorretto (basti pensare ai manifesti con la minaccia dell'indiano che è finito nelle riserve: vuoi finire anche tu così?) e non si può non rimarcarlo.
Noi abbiamo di fronte una realtà: la costituzione di nuovi pubblici, non etnici, ma pubblici di migranti che oggi sono di 1a e 2a generazione, domani saranno di 3a generazione e continueranno a infoltirsi. Pubblici peraltro molto diversi al loro interno che - come ci siamo detti in passato - costituiranno un'ulteriore opportunità di sviluppo per il nostro settore.
Per coinvolgere e far partecipare questi pubblici la ferpi dovrebbe e potrebbe coinvolgere le proprie omologhe in giro per il mondo (i relatori pubblici in Cina, mondo maghrebino, europa orientale) come propose a fine 2007 TMF durante la pesante campagna mediatica di discriminazione nei confronti degli immigrati rumeni.
Il nostro ruolo sta nel favorire l'ascolto di questi pubblici, il loro coinvolgimento ma soprattutto nel far ragionare i nostri committenti (Partiti Politici in primis) prima di rendere più difficile di quanto già sia una qualche forma di integrazione. Che è inevitabile. Ma può essere fatta bene (se guidata consapevolmente e non correndo dietro al solo consenso) o fatta male... Occorre rispetto.
Dovremmo farlo per i futuri nostri connazionali.
Ecco, credo che Ferpi (e il progetto CerpMed della collega Succi mi pare già un passo di qualità in questo senso) dovrebbe impegnarvicisi.

martedì 2 giugno 2009

Fruitzione di un liber

Oggi ho cominciato un libro, Il marketing dei luoghi e delle emozioni - Francesco gallucci e Paolo Poponessi (edizioni Egea, 28 euro pp.324) che mi interessa per lavoro ma anche per la mia passione geografica (la rappresentazione dei luoghi, ecc.).
Appena finita la presentazione di Fiorucci, sono andato a cercarmi su internet due/tre info sui suoi negozi e su alcuni sui aneddoti. Poi mentre procedevo con la lettura ho trovato un errore in una citazione e allora ho scritto una mail a uno degli autori (quello di cui era indicata la mail sul libro).
Nel frattempo la citazione sbagliata, nonostante l'interesse per l'argomento, mi ha mandato un po' in crisi e allora mi son messo a cercare informazioni sugli autori: ho visitato il sito aziendale e ho cercato il blog del libro, che però non c'è, ma c'è un blog (non aggiornato) su marketing e emozioni. Poi ho cercato recensioni del libro e sono ritornato a leggerlo.
Nel frattempo uno degli autori gentilmente mi ha risposto riconoscendo l'errore. Ora continuerò, il libro è lunghino e con i ritmi che ho ci metterò un po', ma intanto sono entrato nel mondo del marketing delle emozioni. In cerca dei luoghi. Poi appena finitolo, lo recensirò con la mente del PR e il cuore del geografo.

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/