E' l'amletico dubbio che ha preso i responsabili turismo dell'Emilia-Romagna nei mesi scorsi.
La BIT, Borsa Internazionale del Turismo di Milano, è certamente la fiera di settore italiana più importante: a ruota c'è il TTG di Rimini e il Globe di Roma.
Occupandomi spesso di mkt turistico-territoriale ci sono andato anche quest'anno... non ne do alcun giudizio, anche perché credo andrebbero intervistati gli operatori per capire se hanno fatto business o meno.
Mi limito a un paio di considerazioni sulla partecipazione dell'Emilia-Romagna, con l'APT, l'azienda di promozione turistica. Chi un po' conosce le fiere avrà subito notato come quest'anno l'Emilia-Romagna (come anche Molise e Puglia) fosse presente con un piccolo stand, rispetto alle altre regioni (Calabria e Sicilia in primis) che occupavano porzioni rilevanti di padiglioni. Un piccolo stand istituzionale e quasi nulla di province e operatori locali. Gli operatori (5) sono andati direttamente ai workshop di lavoro per vendere. Altre regioni presentavano invece anche i comuni più piccoli con stand, animazione, pappatorie varie, spettacoli, ecc.
Per contro l'APT ha organizzato una serata a base di prodotti eno-gastronomici emiliani con vip e sportivi in un ristorante milanese che ha riscosso un discreto interesse dei media. Bisognerà capire quanti affari faranno gli operatori grazie a questa azione e se le risorse che verranno investite probabilmente sul TTG (mah!) e sull'estero (Berlino...) porteranno risultati interessanti.
Il tema che interessa a noi è il ruolo della fiera per le PR di un soggetto pubblico che fa marketing turistico e territoriale. Se la fiera è una delle principali occasioni per fare comunicazione e commercializzazione vien da sé che è il responsabile comunicazione-rp a doversene occupare (di concerto con il mkt) per riuscire a stabilire una azione - verso i numerosi propri stakeholder tutti presenti solitamente in fiera - efficace e non fine a se stessa. Siamo noi di concerto con il mkt a dover consigliare e/o sconsigliare la fiera. Quello che spesso vedo è la gestione (da parte di certi enti in particolare) di risorse sconsiderate per azioni che possono avere un ritorno (media, commerciale, ecc) praticamente pari allo zero: non so quanti piccolissimi comuni ha incontrato con decine di persone, figuranti, suonatori, senatori. Che costano. Non poco. E che devono assicurare una qualche forma di ritorno sull'investimento.
Altrimenti esistono forme di promozione, comunicazione, pr alternative alla fiera (es. la serataper i media promossa da APT) che dovremmo suggerire noi, anche un po' creativamente. E' che spesso mi pare che siamo un po' troppo ripetitivi e omogeneizzati: conferenza stampa, comunicatino, stand in fiera, cena... mentre dovremmo rompere qualche schema in più.
In quest'ottica mi pare che la scelta della Regione Emilia-Romagna (anche se non so chi l'abbia fatta) avesse un senso, con buona pace di chi le fiere le organizza.
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