domenica 10 giugno 2012

Appunti di Terremoto

Parliamo solo di terremoto. A cena, a colazione, con gli amici, con i parenti, nei momenti di relax... E al lavoro lavoriamo contro questo fantasma, che nessuno sa se e quando tornerà, con che forza e per fare cosa.
Parliamo solo di terremoto e le costruzioni che stiamo smantelllando fanno da scenografia a questa situazione.
Vigili del fuoco di ogni parte d'Italia, operai di società edili, colleghi di lavoro con l'elmetto.
Dopo la prima settimana, in cui avevamo progettato il ripristino e messo le basi per ripartire, la seconda scossa pesante, quella del 29 maggio, ci ha bloccato.
Edifici inagibili, paure, momenti di sconforto.
Oggi stiamo trasferendo temporaneamente uffici e stabilimenti di produzione nel circondario in aree sicure e in costruzioni realmente antisismiche. I giornali e le tv continuamente arrivano ai cancelli a chiedere informazioni, cercare polemichine con cui costruire un paio di tramissioni, qualche pagina di giornale. Dichiarazioni per andare a solleticare politici e polemisti di mestieri.
La cosa che ho direttamente percepito è che comunque tutti i giornalisti si muovano simultaneamente sulle stesse linee d'onda.
Il racconto mediatico nonostante il numero di mezzi, operatori, testate, segue una narrazione molto omogenea:dopo il 20 il tema era "l'economia distrutta", il capannone danneggiato e i cassintegrati;
dopo il 29 nell'immediato "il morto e il ferito" e le famiglie;
poi c'è stata nuovamente "l'economia distrutta" (con la paura delle multinazionali in fuga, le piccole aziende colpite, il formaggio rovinato);
da qualche giorno c'è il tema del "nuovo decreto" sulla messa in sicurezza degli edifici;
da ieri "il grande allarme".
Mi ha colpito molto questa omogeneità questa mancanza di letture alternative o parallele.

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