Il taglio dei costi (trasversale al pubblico e al privato) e i timori che la crisi suscita nelle imprese fanno sì che gli investimenti in comunicazione siano tra le prime voci di spesa ad essere tagliate.
Oltre ai budget delle aziende private anche le direttive statali vanno in questo senso (cfr.Decreto Legge 78/2010). Pochi mesi fa alcuni colleghi che lavorano come resp. comunicazione in strutture sanitarie mi evidenziavano l'impossibilità di mantenere l'attuale livello di comunicazione a fronte delle riduzioni di spesa imposte.
Facendo un po' il lurker mi son letto questo scambio sulla newsletter di Comunicazione Pubblica, che senza farlo direttamente in realtà proprio del nocciolo della questione tratta. Infatti il collega Giovannini chiede una qualche soluzione da poter contrapporre a questa definitiva quasi-cancellazione delle nostre attività e gli viene risposto che la comunicazione pubblica, che non è sinonimo di propaganda né, tanto meno, di pubblicità.
Il nocciolo, a parer mio, è spostare il focus su due punti chiave:
- considerare le attività di comunicazione pubblica come un - importante - sottoinsieme delle attività di relazioni pubbliche attribuendole quindi le caratteristiche di attività manageriale che la "disciplina" e la "teoria" le attribuiscono;
- (anche in conseguenza del primo punto) misurare misurare misurare &... rendicontare.
Altrimenti, senza compiere l'operazione di attribuirle il valore delle relazioni con i pubblici, la comunicazione pubblica rischia di rimanere un'attività che si può purtroppo tagliare... Ecco perché sarebbe utile un dialogo dei comunicatori pubblici con Ferpi.
Ed ecco l'articolo:
Il DL 78, la Corte dei Conti e “Comunicazione Pubblica”
Tempo fa ci hanno chiesto un parere in merito ad una interpretazione dei pronunciamenti della Corte dei Conti, sul Decreto Legge 78/2010 convertito nella Legge 122/2010 e la Manovra di finanza pubblica.
Dopo esserci opportunamente documentati e fatta una analisi del contesto il risultato è stato messo a disposizione di tutti i lettori (“Comunicatori & Comunicazione” n. 167/2011): un contributo esauriente per offrire un panorama documentato e di migliore comprensione al dibattito sulla finanziaria e le attività di comunicazione.
Volevamo però significare, per questo riportiamo la e-mail del collega Angelo Giovannini insieme alla nostra risposta, che l’Associazione ha il merito di entrare nei dibattiti sul settore e di sistema quando richiesto, da qualsiasi collega, ma si riserva il diritto di operare e lavorare più da vicino per i propri soci. Così è stato anche in questo caso .
La e-mail del collega Angelo Giovannini
Data: Fri, 20 Jan 2012 12:30:28 +0100
Subject: SOS sul DL78 + CdC 50/2011
Cari amici e colleghi,
immagino che anche tutti voi vi troviate ad affrontare la discussione sul bilancio del vostro ente con la scure della delibera n.50/2011 delle sezioni riunite della Corte dei Conti che interpreta con il massimo grado di restrittività il DL 78/2010, fissando tutte le spese di comunicazione (senza alcuna distinzione tra pubblicità e informazione) al 20% di quanto speso nel 2009.
Trovandomi davanti, come credo anche molti di voi, il muro dei 'ragionieri' che applicano alla lettera questa indicazione, bloccando di fatto ogni attività di comunicazione - giornale comunale in primis - vi chiedo se qualcuno ha individuato qualche soluzione da poter contrapporre a questa definitiva quasi-cancellazione delle nostre attività.
Insomma se in qualche ente sono state adottate soluzioni, condivise da amministratori e ragionieri, che possono essere un modello anche per gli altri.
In ogni caso mi farebbe piacere come il vostro ente sta programmando il giornale comunale per il 2012 (almeno si formerà una minima banca dati).
Ho provato a cercare anche documentazione e pareri di sindacati, associazioni di categoria o altro ma, a parte un contributo apparentemente rassicurante, ma all'atto pratico inutile, ricevuta da ”Comunicatori & Comunicazione” (newsletter n.167 del 31/10/2011), pare che nessuno si renda conto di quello che significherebbe davvero applicare questa norma alla lettera.
Grazie per l'attenzione e, spero in qualche idea da qualcuno di voi
Angelo Giovannini
Responsabile Servizio Comunicazione
Città di Carpi
La risposta dell’Associazione “Comunicazione Pubblica”
come lei sa le norme sono soggette a interpretazione e per individuare quella che maggiormente risponde alla volontà del legislatore occorre risalire, quando possibile, alle fonti dirette. Noi abbiamo fatto proprio questo, cercando di trovare e mettere a disposizione di tutti i comunicatori pubblici un documento ufficiale del ministero dell'Economia e delle Finanze che indica come debba essere interpretata la norma dettata da lui stesso.
Interpretazione che non è stata, come spiegato, smentita dai giudici della Corte dei Conti. Meglio di così!
Quindi, quanto abbiamo scritto non è, come lei sostiene, "un contributo apparentemente rassicurante, ma all'atto pratico inutile". Anche perché proprio quanto abbiamo affermato e documentato è servito ad avviare un dibattito a più livelli, che ha coinvolto anche giuristi, portando alla conclusione che le indicazioni date dall'Associazione sono delle vere e proprie linee guida per la redazione dei bilanci 2012 per quanto riguarda i capitoli della comunicazione degli enti locali. Quello relativo al periodico comunale non deve, anzi non può essere tagliato, anche se è preferibile che vengano messe in atto strategie per ridurne i costi di produzione.
Dovrebbe forse ricordare al suo ragioniere capo, che le indicazioni dei tagli rispetto all'esercizio precedente, anche se in misura più contenuta, sono presenti nelle leggi di finanza pubblica da molti anni. La percentuale dell'80% salta più all'occhio rispetto al passato. E riteniamo sia corretto che, in un periodo particolarmente difficile per la nostra economia, il legislatore e i giudici contabili invitino nuovamente a non interpretare in maniera troppo estensiva i contenuti della 150/2000, sollecitando prudenza. Aspetto desumibile dalla documentazione che abbiamo allegato, come è nostra abitudine, alla news da lei citata.
Ai nostri soci che ci hanno scritto per ottenere maggiori dettagli su casi specifici abbiamo risposto, aiutandoli a elaborare relazioni accurate sia per i propri responsabili degli uffici finanziari, sia per i segretari o direttori generali. Perché uno dei compiti della nostra Associazione è anche quella di fornire gli strumenti adatti a difendere i principi della comunicazione pubblica, che non è sinonimo di propaganda né, tanto meno, di pubblicità.
Cordialmente
Associazione “Comunicazione Pubblica”
Claudio Trementozzi, consigliere nazionale
Massimiliana Baumann, direttore
Egregio Angelo Giovannini,