lunedì 28 ottobre 2013

Leopolda. Io non c'ero. Una riflessione personale

L'altro giorno ho twittato a un amico che non frequento certi luoghi, in riferimento alla Leopolda...
Non l'ho scritto per far lo schizzinoso, ma perché non penso sia il mio luogo.
Un tempo ero appassionato di politica: leggevo, ascoltavo, m'incazzavo, partecipavo e scrivevo.
Con un gruppo di amici per 5 anni lavorammo - divertendoci - anche per tradurre e interpretare i grandi temi del movimento No (New) Global sul territorio declinando l'impegno politico in varie forme:
fondammo l'associazione culturale babar, realizzammo la rivista Luoghi Comuni (l'altrove nello spazio dell'informazione locale) e la newsletter il Barrito, partecipammo all'organizzazione del festival letterario Occorrono Parole, organizzammo diversi programmi di arte-cinema-cultura, facemmo un po' di avanguardia, ma anche tribune elettorali... metà di queste cose oggi a Cento vengono fatte (non così bene) da altri.
Avremmo voluto dedicarci più al situazionismo, al surrealismo e all'avanguardia. Ma come potevamo farlo quando nella nostra città -  e purtroppo in gran parte del paese - mancava un minimo comun denominatore di cultura democratica moderna? Questa è sempre stata una domanda che mi ronzava nella testa. Ci sarebbe piaciuto...
In questi giorni sembra che in Italia stia nascendo quel minimo comun denominatore. Ne son felice.
Non parteciperò direttamente a questa politica, ma ci interloquirò fiducioso che si possa far diventare grande questo Paese, se ognuno si dedica a ciò che sa far meglio. Io con la politica interloquirò come cittadino, come RP della mia organizzazione e come rappresentante di Ferpi & Global Alliance. Forse un giorno come attivista di qualche causa sociale...

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