lunedì 29 settembre 2008

ALITALIA non è sola...

L'editoriale di apertura di PRWeek è dedicato alle ricadute che la crisi del settore viaggi sta avendo sulle agenzie di PR inglesi. A parte il recente fallimento del 3o più grande tour operator inglese XL Leisure, a parte la cronica difficoltà di tutto il settore (margini bassissimi a fronte di un turista sempre più sgamato e individualista, internet oriented e difficile da gestire) il boss di British Airles se ne è uscito che entro fine anno andranno in bancarotta almeno 30 linee aeree... mica poche.

E intanto sarà capitato a tanti di noi, oltre che seguire la telenovela All'italiana, di vedere segnali di solidarietà (forse una campagna di PR?) per la nostra compagnia di bandiera sia su giornali (con inserzioni di fornitori) sia per le strade (ad esempio ho visto alcuni tir con il logo A. e un qualche motto di sostegno).

Non ho letto tanto in merito ad Alitalia a livello comunicativo e di argomenti ce ne sarebbero: dall'immagine/reputazione della compagnia alla percezione principalmente negativa di cui hanno sofferto sindacati vari & co. fino ad arrivare alle dichiarazioni di politici-imprenditori-opinionisti, ecc.

Non ho visto tanto a parte, oggi, un bel post dell'amico e collega Marco Dirani sul blog Relations Routes

lunedì 22 settembre 2008

Reagire con Coraggio

E' difficile non parlare di quello che sta succedendo in Campania, che è successo e che continua a succedere in altre parti d'Italia.
Oggi leggendo la lettera aperta di Saviano vengono i brividi a pensare quanto siamo distratti. A quanto è faticoso solamente pensare a questi territori insanguinati, quando mille altri problemi quotidiani ci assillano, quando l'Alitalia è il dibattito nazionale e la responsabilità sociale d'impresa ci aiuta (o no) a migliorare la qualità della nostra vita.
Poi torna in mente Gomorra e la nostra complice assenza. Allora sentendo i nostri amici e colleghi di Caserta e Napoli non credo che possiamo tirarci indietro senza tentare di dare un segnale di solidarietà, anche se piccolo e distante nello spazio. Pubblico la breve mail di Carlo, mio socio e collega con cui, assieme a Gene e Mauro, cerchiamo di fare onestamente qualcosa anche laddove sembra che non si possa.
Perché non si ammazzano solo fra di loro, ma ammazzano le speranze e le ricchezze di un territorio.
Mittente: Carlo
Oggetto: REAGIRE CON CORAGGIO

Caserta è lontana 50 km dall'eccidio di Castelvolturno, Napoli una trentina, Roma 200, ma siamo tutti molto vicini, in tutta Italia, allo schifo che travolge il paese, affacciamo tutti sulla sartoria della strage.
La Camorra odia il diverso se non diventa utile o smette di esserlo.
Venerdì la società che lavora e produce si ribella con Marcegaglia ed Epifani.

Lobbyists to come under spotlight at Labour conference

By David Singleton
Some of the UK's biggest lobbying agencies will come under the spotlight next week when a controversial new publication is launched by campaignersfor greater transparency in the industry.
Members of the Alliance for Lobbying Transparency (ALT) will unveil 'a guide to the PR and lobbying industry in the UK' at the Labour Party conference.
A source at the ALT said: 'The booklet takes you on a tour of some of the major players in the industry, reveals some of their common techniques and tactics, and examines the links between their lobbyists and UK politics'.
It will be launched at an ATL fringe event that will 'examine the ethics of the industry and whether rules should be introduced to open lobbying up to more public scrutiny'.
The fringe session will also see Labour MP John Grogan will go head-to-head with Weber Shandwick's UK public affairs chairman Jon McLeod. It takes place at 7pm on Monday 22 September at The Mechanics Institute, 103 Princess Street.
The ALT's event is one of two sessions that will focus on the role of lobbyists. The Association of Professional Political Consultants (APPC) is also hosting a fringe event entitled: 'Licence to operate? A debate on the future of the public affairs lobbying industry.'
Speakers include Labour MP Kelvin Hopkins, a member of the Commons public administration select committee which is preparing to publish a report on the lobbying indsutry.
The APPC event takes place at 8am on Tuesday 23 September at The Dods Marquee.
Meanwhile, Bell Pottinger Public Affairs is co-hosting a reception with The Fabian Society, it has emerged. The agency has teamed up with the Fabians after dropping plans to host a champagne reception at Labour's conference for the first time in years. Instead, agency chair Peter Bingle has opted to hold the champagne reception at the Conservative conference the following week.
The Fabian reception is invitation-only and takes place at 10pm on Sunday 21 September

mercoledì 17 settembre 2008

Branding Nations

Il 14 settembre su Repubblica è uscita un'anticipazione del nuovo numero di Limes dedicato alla Russia con l'intervento di Lucio Caracciolo che ha incontrato Putin...
Non ho ancora avuto modo di dargli un occiho ma navigando sul sito di Limes credo ci siano diversi spunti di comunicazione in particolare riguardo alla battaglia di informazione/propaganda tra Russia, Georgia e rispettivi alleati (e relative agenzie di PR) ma anche sulla mancanza della Cina di un marchio (il soft power per diventare una superpotenza).

Sulla Russia:

Quando ci riceve a tavola nel centro termale Rus', a Soci, Putin non ha ancora smaltito l'irritazione per il modo in cui la stampa occidentale ha in genere riferito della guerra. "Sono sorpreso di quanto potente sia la macchina propagandistica del cosiddetto Occidente", esordisce. Più che la rabbia per come i nostri media hanno coperto la guerra del Caucaso, scatenata dall'innominabile Saakashvili (sul quale Medvedev avrà parole sprezzanti, dandogli del drogato - "sappiamo che prende narcotici"), conta il giudizio sulla crisi del blocco che ha vinto la guerra fredda. "L'Occidente non è omogeneo, non è un monolite. Le decisioni unilaterali americane lo stanno distruggendo. Nessuno ne può più di questo modo di agire".




Sulla Cina:


"Forse il governo cinese riuscirà a crescere ancora economicamente mantenendo l'equilibrio interno, ma per diventare una vera superpotenza la Cina deve riuscire a promuovere il suo marchio a livello internazionale. Deve attrarre più che spaventare. Non basta vendere le proprie merci e attirare investimenti stranieri. Il deficit di simpatia e di influenza culturale pesa."

venerdì 12 settembre 2008

The Battle of Big Thinking

Non ne avevo mai sentito parlare, ma è diversi anni che esiste: The Battle of Big Thinking.
"The aim of the third APG Battle of Big Thinking, in partnership with Campaign, is to celebrate thinking like this. We’ve invited more than 20 of the biggest thinkers in their fields to talk about the most interesting things going on in their worlds."

21 big brained professionisti del mondo della comunicazione (ADV, PR, Media, ecc.) hanno 15 minuti a testa per esporre idee innovative. Al termine il pubblico vota i migliori pensatori per ogni campo e incorona il Supreme Thinker dell'anno.
Carino, no?
"There will be a lot to absorb but, we promise, it will be worth it. "
The Battle of Big Thinking 2008
Thursday 6th November
The British Library, 96 Euston Road, London, NW1 2DB

lunedì 8 settembre 2008

10.000 visite... PRanista 2.0

PRanista compie 10.000 visite. Non ancora... in realtà ne mancano ancora un paio, ma come tutti i PR devo anticiparla la news un po'... o sbaglio?
A circa dieci mesi dalla nascita e nove dalla messa online ufficiale Pranista sfonda il suo primo muro significativo. In un momento di autoriflessione sul senso di questi appunti di comunicazione/mkt/PR postati pubblicamente sulla piattaforma blog in piena rivoluzione web 2.0 (tra l'altro in quest'istante sto chattando su Facebook con un collega inglese).
Per questo inserisco un articolo uscito oggi su Repubblica.it di cui ho trovato interessante il testo anche se il titolo non è proprio azzeccatissimo
Singolare il fatto che repubblica.it non abbia ancora implementato un sistema di condivisione dei propri articoli sui blog ma solo su aggregatori e feeder... forse non sono molto 2.0 i nostri amici repubblichini. Costringendoci a questi arcaici copia-incolla. Tsk!
Social network, se gli amici diventano troppi
L’INVERSIONE DI MARCIA/ IL SEGNALE LO HA DATO QUEST’ESTATE BILL GATES, PROCLAMANDO DI NON POTERNE PIU' DELLE MIGLIAIA DI MESSAGGI INDESIDERATI DI CHI VOLEVA ESSERGLI AMICO A TUTTI I COSTI
ERNESTO ASSANTE

Il mondo del "social networking" inteso nel senso più ampio, da Facebook a Second Life e MySpace sta attraversando una curiosa fase di cambiamento. E Facebook, uno dei "luoghi" principali nei quali la socialità collegata prende forma, è al centro di questa nuova, lenta ma fondamentale, "rivoluzione". Cosa sta accadendo? Che i luoghi della socialità elettronica, fino ad oggi dominio principale delle giovani generazioni, si stanno via via arricchendo di una popolazione adulta, che utilizza i siti in questione non necessariamente per gli stessi motivi che hanno spinto su MySpace e Facebook milioni di ragazzi di tutto il mondo. E non solo: dopo la prima ondata di patiti di comunicazione digitale, dopo la seconda dei giovani e giovanissimi che hanno scelto questi siti come luoghi d’elezione per la loro "second life" digitale, dopo l’arrivo degli adulti professionisti, che hanno scelto il "social networking" anche per motivi di comunicazione lavorativa, sono arrivati anche i "curiosi", quelli che si sono iscritti "tanto per vedere com’è". E i numeri dei siti sono andati crescendo in maniera esponenziale. Ma allo stesso tempo molti dei frequentatori di un tempo hanno iniziato a "snobbare" questi luoghi digitali troppo affollati, questi posti in cui migliaia di persone che non conosci chiedono di diventare tuo amico, questi network dove le richieste di partecipazione e di collegamento che arrivano in un mese ormai superano di gran lunga quelle che riceviamo in una intera vita normale e "analogica". A lanciare l’allarme è stato, qualche settimana fa Le Figaro in Francia, segnalando che Bill Gates, ad esempio, aveva preso la porta d’uscita da Facebook e che, seguendo il suo esempio, molti altri avevano fatto la stessa cosa, stufi delle troppe richieste di "amicizia", di collegamento, dei messaggi indesiderati, di una socialità che invece di essere interessante diventa assillante. Attenzione, però, stiamo parlando di una piccolissima percentuale di utenti, qualche decina di migliaia, che non influenza affatto la inarrestabile crescita di questi siti, Facebook su tutti. Tanto che pochi giorni fa, alla fine di agosto per la precisione, il sito ha superato il traguardo dei 100 milioni di utenti iscritti in tutto il mondo: «Un traguardo per noi importantissimo», ha detto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg «100 millioni di persone nel mondo usano Facebook ed è una gigantesca gratificazione per noi perché vuol dire che quelle persone hanno deciso che Facebook è un posto buono, di cui fidarsi, nel quale condividere la vita con i loro amici». I numeri sono davvero impressionanti: Facebook è il quarto sito con più traffico al mondo, e quello che genera maggior traffico tra i siti di social networking, è la prima applicazione nella condivisione di fotografie on line, e ha il doppio del traffico dei tre siti successivi messi insieme, con più di 24 milioni di foto caricate ogni giorno. E la crescita è dovuta anche al proliferare di applicazioni costruire sulla piattaforma di Facebook, oltre 24.000, circa 140 nuove applicazioni al giorno. Artefici di questa straordinaria crescita sono soprattutto, come abbiamo detto, gli adulti. Su Facebook, creato in origine per gli studenti universitari, il numero degli iscritti tra i 35 e i 54 anni è più che triplicato negli ultimi 12 mesi, mentre gli over 65 sono cresciuti di oltre il 150%. E’ un passaggio importante nell’evoluzione del nuovo mercato digitale, ma soprattutto un passaggio importante per la cultura che un tempo si sarebbe definita "giovanile". Del resto si erano già accorti di questo passaggio i Rem, una delle più importanti e amate rockband del mondo, che avevano deciso di presentare il loro ultimo album in anteprima su Facebook. Niente radio, niente Mtv, o meglio sia radio che televisione hanno avuto tempo e modo di far ascoltare i brani del nuovo album, ma l’anteprima è stata solo sul sito di "social networking" più frequentato del mondo. Il pubblico del rock dei Rem non è composto da adolescenti, che è facile immaginare siano collegati tra di loro attraverso Facebook, ma è fatto soprattutto di adulti che hanno superato non solo i 30 ma più spesso i 40 o i 50 anni, un pubblico che si sta spostando sempre più rapidamente verso il web, che consuma musica attraverso il web, che cerca notizie, informazioni, novità e approfondimenti in rete. Una rete di adulti che inizia a riempire anche i siti di "social networking", che affolla le nuove community, che si presenta e si collega nei siti come Plaxo (www.plaxo.com) o Linkedin (www.linkedin.com), una rete di adulti che cerca contenuti adatti ai propri interessi e che spinge il web verso una nuova dimensione, anche nell’intrattenimento. Però l’inizio della "grande fuga" segnalato dai principali quotidiani europei dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per i responsabili di Facebook, perché quelli che si affollano verso le uscite, anche se non sono molti, sono sicuramente persone di livello e di qualità notevoli, professionisti, persone che "fanno tendenza", che possono far circolare con facilità un "buzz" negativo e spingere le avanguardie internettiane verso nuovi siti di social networking, meno popolari, meno pieni di curiosi e di "amici" indesiderati, più interessanti dal punto di vista professionale (il successo di Linkedin, che ha questa vocazione, non raccoglie adolescenti, non vuole essere molto "social" mentre punta ad essere molto "network" è indicativo). Curiosamente ad essere meno esposto al rischio della "grande fuga" è proprio il concorrente diretto di Facebook, il "vecchio" MySpace, che con la sua vocazione musicale e d’intrattenimento, può contare su numeri meno volatili e su un futuro magari meno "trendy" ma certamente non meno interessante sul fronte della musica digitale.

domenica 7 settembre 2008

Chiedi e ti sarà dato...

Incredibull... mi son lamentato qualche giorno fa del passatismo di blogger, che stamattina mi ritrovo una marea di widget del tipo da me reclamati con strumenti di mille tipologie. Vabbé... coincidenze sincrono-comunicative.

Trovavo assurdo che un prodotto Google, come Blogger, fosse così poco 2.0.
Quindi adesso ci tocca sperimenter e vedere quanto aggreghino gli strumenti o quanto sia il contenuto/lo stile a fare la differenza.
Insomma, bravo Blogger!

mercoledì 3 settembre 2008

Una pausa di riflessione 2.0

Mentre Google lancia il navigatore 2.0, Google Chrome, il superbrowser velocissimo, leggero, semplice e dotatissimo... Pranista entra in pausa di riflessione.
In questi giorni di ripresa lavorativa ho cominciato a smanettare un po' più del solito su alcune piattaforme 2.0: Viadeo, Facebook e altri.
Soprattutto per lavoro e per la curiosità di conoscere le potenzialità (continuamente in crescita, mai date) mi sto letteralmente surfando la rete come non mi capitava dai tempi dell'università... con qualche gigabytica differenza ovviamente.
Mi è quindi sorta naturale una domanda su questo blog e sul suo senso. A parte il numero di visite e gli attestati di stima di qualificatissimi lettori che danno sempre un piacere immenso, mi chiedo se non sia un blog un po' troppo top-down, internet prima maniera e quindi poco 2.0.
Non che tutto debba essere oggi 2.0; ma sento di non sfruttare a pieno le potenzialità che avrei a disposizione. Forse la piattaforma non aiuta: blogger (che è il provider di questo sito) non ha implementato widget innovativi negli ultimi mesi e devo anche dire che, nonostante appartenga a Google, è anche un po' tagliato fuori dal resto del web 2.0.
L'unica significativa implementazione tecnologica con altri siti 2.0 è realizzata con YouTube, ma questo ormai da mesi. Allo stesso modo gli altri siti web raramente offrono la possibilità di interagire con blogger...
Ma non dipende solo da questo. Temo sia anche una questione di linguaggio. Pranista non coinvolge, nonostante sia visitato (non so se letto). Quindi mi prendo una pausa per capire come sviluppare i contenuti nei prossimi mesi. Una pausa 2.0; quindi non so quanto dura.

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/