lunedì 8 settembre 2008

10.000 visite... PRanista 2.0

PRanista compie 10.000 visite. Non ancora... in realtà ne mancano ancora un paio, ma come tutti i PR devo anticiparla la news un po'... o sbaglio?
A circa dieci mesi dalla nascita e nove dalla messa online ufficiale Pranista sfonda il suo primo muro significativo. In un momento di autoriflessione sul senso di questi appunti di comunicazione/mkt/PR postati pubblicamente sulla piattaforma blog in piena rivoluzione web 2.0 (tra l'altro in quest'istante sto chattando su Facebook con un collega inglese).
Per questo inserisco un articolo uscito oggi su Repubblica.it di cui ho trovato interessante il testo anche se il titolo non è proprio azzeccatissimo
Singolare il fatto che repubblica.it non abbia ancora implementato un sistema di condivisione dei propri articoli sui blog ma solo su aggregatori e feeder... forse non sono molto 2.0 i nostri amici repubblichini. Costringendoci a questi arcaici copia-incolla. Tsk!
Social network, se gli amici diventano troppi
L’INVERSIONE DI MARCIA/ IL SEGNALE LO HA DATO QUEST’ESTATE BILL GATES, PROCLAMANDO DI NON POTERNE PIU' DELLE MIGLIAIA DI MESSAGGI INDESIDERATI DI CHI VOLEVA ESSERGLI AMICO A TUTTI I COSTI
ERNESTO ASSANTE

Il mondo del "social networking" inteso nel senso più ampio, da Facebook a Second Life e MySpace sta attraversando una curiosa fase di cambiamento. E Facebook, uno dei "luoghi" principali nei quali la socialità collegata prende forma, è al centro di questa nuova, lenta ma fondamentale, "rivoluzione". Cosa sta accadendo? Che i luoghi della socialità elettronica, fino ad oggi dominio principale delle giovani generazioni, si stanno via via arricchendo di una popolazione adulta, che utilizza i siti in questione non necessariamente per gli stessi motivi che hanno spinto su MySpace e Facebook milioni di ragazzi di tutto il mondo. E non solo: dopo la prima ondata di patiti di comunicazione digitale, dopo la seconda dei giovani e giovanissimi che hanno scelto questi siti come luoghi d’elezione per la loro "second life" digitale, dopo l’arrivo degli adulti professionisti, che hanno scelto il "social networking" anche per motivi di comunicazione lavorativa, sono arrivati anche i "curiosi", quelli che si sono iscritti "tanto per vedere com’è". E i numeri dei siti sono andati crescendo in maniera esponenziale. Ma allo stesso tempo molti dei frequentatori di un tempo hanno iniziato a "snobbare" questi luoghi digitali troppo affollati, questi posti in cui migliaia di persone che non conosci chiedono di diventare tuo amico, questi network dove le richieste di partecipazione e di collegamento che arrivano in un mese ormai superano di gran lunga quelle che riceviamo in una intera vita normale e "analogica". A lanciare l’allarme è stato, qualche settimana fa Le Figaro in Francia, segnalando che Bill Gates, ad esempio, aveva preso la porta d’uscita da Facebook e che, seguendo il suo esempio, molti altri avevano fatto la stessa cosa, stufi delle troppe richieste di "amicizia", di collegamento, dei messaggi indesiderati, di una socialità che invece di essere interessante diventa assillante. Attenzione, però, stiamo parlando di una piccolissima percentuale di utenti, qualche decina di migliaia, che non influenza affatto la inarrestabile crescita di questi siti, Facebook su tutti. Tanto che pochi giorni fa, alla fine di agosto per la precisione, il sito ha superato il traguardo dei 100 milioni di utenti iscritti in tutto il mondo: «Un traguardo per noi importantissimo», ha detto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg «100 millioni di persone nel mondo usano Facebook ed è una gigantesca gratificazione per noi perché vuol dire che quelle persone hanno deciso che Facebook è un posto buono, di cui fidarsi, nel quale condividere la vita con i loro amici». I numeri sono davvero impressionanti: Facebook è il quarto sito con più traffico al mondo, e quello che genera maggior traffico tra i siti di social networking, è la prima applicazione nella condivisione di fotografie on line, e ha il doppio del traffico dei tre siti successivi messi insieme, con più di 24 milioni di foto caricate ogni giorno. E la crescita è dovuta anche al proliferare di applicazioni costruire sulla piattaforma di Facebook, oltre 24.000, circa 140 nuove applicazioni al giorno. Artefici di questa straordinaria crescita sono soprattutto, come abbiamo detto, gli adulti. Su Facebook, creato in origine per gli studenti universitari, il numero degli iscritti tra i 35 e i 54 anni è più che triplicato negli ultimi 12 mesi, mentre gli over 65 sono cresciuti di oltre il 150%. E’ un passaggio importante nell’evoluzione del nuovo mercato digitale, ma soprattutto un passaggio importante per la cultura che un tempo si sarebbe definita "giovanile". Del resto si erano già accorti di questo passaggio i Rem, una delle più importanti e amate rockband del mondo, che avevano deciso di presentare il loro ultimo album in anteprima su Facebook. Niente radio, niente Mtv, o meglio sia radio che televisione hanno avuto tempo e modo di far ascoltare i brani del nuovo album, ma l’anteprima è stata solo sul sito di "social networking" più frequentato del mondo. Il pubblico del rock dei Rem non è composto da adolescenti, che è facile immaginare siano collegati tra di loro attraverso Facebook, ma è fatto soprattutto di adulti che hanno superato non solo i 30 ma più spesso i 40 o i 50 anni, un pubblico che si sta spostando sempre più rapidamente verso il web, che consuma musica attraverso il web, che cerca notizie, informazioni, novità e approfondimenti in rete. Una rete di adulti che inizia a riempire anche i siti di "social networking", che affolla le nuove community, che si presenta e si collega nei siti come Plaxo (www.plaxo.com) o Linkedin (www.linkedin.com), una rete di adulti che cerca contenuti adatti ai propri interessi e che spinge il web verso una nuova dimensione, anche nell’intrattenimento. Però l’inizio della "grande fuga" segnalato dai principali quotidiani europei dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per i responsabili di Facebook, perché quelli che si affollano verso le uscite, anche se non sono molti, sono sicuramente persone di livello e di qualità notevoli, professionisti, persone che "fanno tendenza", che possono far circolare con facilità un "buzz" negativo e spingere le avanguardie internettiane verso nuovi siti di social networking, meno popolari, meno pieni di curiosi e di "amici" indesiderati, più interessanti dal punto di vista professionale (il successo di Linkedin, che ha questa vocazione, non raccoglie adolescenti, non vuole essere molto "social" mentre punta ad essere molto "network" è indicativo). Curiosamente ad essere meno esposto al rischio della "grande fuga" è proprio il concorrente diretto di Facebook, il "vecchio" MySpace, che con la sua vocazione musicale e d’intrattenimento, può contare su numeri meno volatili e su un futuro magari meno "trendy" ma certamente non meno interessante sul fronte della musica digitale.

1 commento:

  1. Caro PRanista,
    non ci conosciamo, ma questo non è molto importante, poichè la riflessione a cui mi hai indotta è relativa alla concezione di una vita 2.0. Essere sociali o no? E se sì, attraverso l'ausilio di strumenti nuovi, oppure no?
    L'articolo di Repubblica mi fa venire qualche prurito e concludo brevemente dicendo che il mondo mi sembra diviso fra quelli che reputano l'era digitale solo una minaccia e quelli che invece la usano sfruttando le sue potenzialità. Socializzando nei modi più differenti e a volte scomodi, non preventivati da quelle persone ancora abituate a conversare nella sala del thè alle cinque del pomeriggio.
    ps: A me il thè piace moltissimo, comunque!

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