martedì 31 gennaio 2012

Comunicazione Pubblica. Quanto bisogno di affermare il Valore delle RP!

Il taglio dei costi (trasversale al pubblico e al privato) e i timori che la crisi suscita nelle imprese fanno sì che gli investimenti in comunicazione siano tra le prime voci di spesa ad essere tagliate.
Oltre ai budget delle aziende private anche le direttive statali vanno in questo senso (cfr.Decreto Legge 78/2010). Pochi mesi fa alcuni colleghi che lavorano come resp. comunicazione in strutture sanitarie mi evidenziavano l'impossibilità di mantenere l'attuale livello di comunicazione a fronte delle riduzioni di spesa imposte.
Facendo un po' il lurker mi son letto questo scambio sulla newsletter di Comunicazione Pubblica, che senza farlo direttamente in realtà proprio del nocciolo della questione tratta. Infatti il collega Giovannini chiede una qualche soluzione da poter contrapporre a questa definitiva quasi-cancellazione delle nostre attività e gli viene risposto che la comunicazione pubblica, che non è sinonimo di propaganda né, tanto meno, di pubblicità.
Il nocciolo, a parer mio, è spostare il focus su due punti chiave:
  1. considerare le attività di comunicazione pubblica come un - importante - sottoinsieme delle attività di relazioni pubbliche attribuendole quindi le caratteristiche di attività manageriale che la "disciplina" e la "teoria" le attribuiscono;
  2. (anche in conseguenza del primo punto) misurare misurare misurare &... rendicontare.
Altrimenti, senza compiere l'operazione di attribuirle il valore delle relazioni con i pubblici,  la comunicazione pubblica rischia di rimanere un'attività che si può purtroppo tagliare... Ecco perché sarebbe utile un dialogo dei comunicatori pubblici con Ferpi.
Ed ecco l'articolo:


 

Il DL 78, la Corte dei Conti e “Comunicazione Pubblica”

Tempo fa ci hanno chiesto un parere in merito ad una interpretazione dei pronunciamenti della Corte dei Conti, sul Decreto Legge 78/2010 convertito nella Legge 122/2010 e la Manovra di finanza pubblica.
 
Dopo esserci opportunamente documentati e fatta una analisi del contesto il risultato è stato messo a disposizione di tutti i lettori (“Comunicatori & Comunicazione” n. 167/2011): un contributo esauriente per offrire un panorama documentato e di migliore comprensione al dibattito sulla finanziaria e le attività di comunicazione.
 
Volevamo però significare, per questo riportiamo la e-mail del collega Angelo Giovannini insieme alla nostra risposta, che l’Associazione ha il merito di entrare nei dibattiti sul settore e di sistema quando richiesto, da qualsiasi collega, ma si riserva il diritto di operare e lavorare più da vicino per i propri soci. Così è stato anche in questo caso .
 

La e-mail del collega Angelo Giovannini

Data: Fri, 20 Jan 2012 12:30:28 +0100
Subject: SOS sul DL78 + CdC 50/2011
Cari amici e colleghi,
 
immagino che anche tutti voi vi troviate ad affrontare la discussione sul bilancio del vostro ente con la scure della delibera n.50/2011 delle sezioni riunite della Corte dei Conti che interpreta con il massimo grado di restrittività il DL 78/2010, fissando tutte le spese di comunicazione (senza alcuna distinzione tra pubblicità e informazione) al 20% di quanto speso nel 2009.
Trovandomi davanti, come credo anche molti di voi, il muro dei 'ragionieri' che applicano alla lettera questa indicazione, bloccando di fatto ogni attività di comunicazione - giornale comunale in primis - vi chiedo se qualcuno ha individuato qualche soluzione da poter contrapporre a questa definitiva quasi-cancellazione delle nostre attività.
Insomma se in qualche ente sono state adottate soluzioni, condivise da amministratori e ragionieri, che possono essere un modello anche per gli altri.
In ogni caso mi farebbe piacere come il vostro ente sta programmando il giornale comunale per il 2012 (almeno si formerà una minima banca dati).
Ho provato a cercare anche documentazione e pareri di sindacati, associazioni di categoria o altro ma, a parte un contributo apparentemente rassicurante, ma all'atto pratico inutile, ricevuta da ”Comunicatori & Comunicazione” (newsletter n.167 del 31/10/2011), pare che nessuno si renda conto di quello che significherebbe davvero applicare questa norma alla lettera.
Grazie per l'attenzione e, spero in qualche idea da qualcuno di voi
Angelo Giovannini
 
Responsabile Servizio Comunicazione
Città di Carpi

 
La risposta dell’Associazione “Comunicazione Pubblica”
come lei sa le norme sono soggette a interpretazione e per individuare quella che maggiormente risponde alla volontà del legislatore occorre risalire, quando possibile, alle fonti dirette. Noi abbiamo fatto proprio questo, cercando di trovare e mettere a disposizione di tutti i comunicatori pubblici un documento ufficiale del ministero dell'Economia e delle Finanze che indica come debba essere interpretata la norma dettata da lui stesso.
Interpretazione che non è stata, come spiegato, smentita dai giudici della Corte dei Conti. Meglio di così!
Quindi, quanto abbiamo scritto non è, come lei sostiene, "un contributo apparentemente rassicurante, ma all'atto pratico inutile". Anche perché proprio quanto abbiamo affermato e documentato è servito ad avviare un dibattito a più livelli, che ha coinvolto anche giuristi, portando alla conclusione che le indicazioni date dall'Associazione sono delle vere e proprie linee guida per la redazione dei bilanci 2012 per quanto riguarda i capitoli della comunicazione degli enti locali. Quello relativo al periodico comunale non deve, anzi non può essere tagliato, anche se è preferibile che vengano messe in atto strategie per ridurne i costi di produzione.
Dovrebbe forse ricordare al suo ragioniere capo, che le indicazioni dei tagli rispetto all'esercizio precedente, anche se in misura più contenuta, sono presenti nelle leggi di finanza pubblica da molti anni. La percentuale dell'80% salta più all'occhio rispetto al passato. E riteniamo sia corretto che, in un periodo particolarmente difficile per la nostra economia, il legislatore e i giudici contabili invitino nuovamente a non interpretare in maniera troppo estensiva i contenuti della 150/2000, sollecitando prudenza. Aspetto desumibile dalla documentazione che abbiamo allegato, come è nostra abitudine, alla news da lei citata.
Ai nostri soci che ci hanno scritto per ottenere maggiori dettagli su casi specifici abbiamo risposto, aiutandoli a elaborare relazioni accurate sia per i propri responsabili degli uffici finanziari, sia per i segretari o direttori generali. Perché uno dei compiti della nostra Associazione è anche quella di fornire gli strumenti adatti a difendere i principi della comunicazione pubblica, che non è sinonimo di propaganda né, tanto meno, di pubblicità.

Cordialmente
Associazione “Comunicazione Pubblica”
Claudio Trementozzi, consigliere nazionale
Massimiliana Baumann, direttore
Egregio Angelo Giovannini,

sabato 28 gennaio 2012

La bontà degli Stockholm Accords... appunti

Più proseguo la mia esperienza in Gambro e più mi convinco della bontà e dell'utilità degi Accordi di Stoccolma: sia nella parte teorica sia nella call to action.
Il valore che il relatore pubblico può offrire all'organizzazione è indiscutibile per il management perché si rende conto dello sforzo effettuato e dei risultati.
Tuttavia ritengo ci sia la necessità quotidiana di affermare e valorizzare l'approccio perché nelle organizzazioni c'è la tendenza a dare per scontate alcune iniziative e a non cogliere il valore nell'intera comunicazione esterna/interna di:
  • coerenza complessiva di strategia e messaggi;
  • complessità degli strumenti;
  • conoscenza dell'intera organizzazione ;
  • diversità dei target da raggiungere e diversità dei linguaggi utilizzati;
  • capacità di leggere la realtà e definire mappe di stakeholder complesse;
  • capacità di ascolto degli stakeholder e capacità di interpretazione delle loro aspettative;
  • reattività rispetto al contesto;
  • capacità di prevenire crisi;
  • azioni di persuasione;
  • influenza sugli opinion leader...
Per riuscire a far capire il valore della funzione di relazioni pubbliche bisogna continuamente raccontare e rendicontare senza ovviamente autoincensarsi. 
Anche perché in ogni assessment consulenziale, la "COMUNICAZIONE" è sempre richiamata come uno dei punti da migliorare, inglobando spesso all'interno di questo termine tutto ciò che è attinente: comunicazione interpersonale, passaggio di informazioni tra funzioni, allineamento valoriale, conoscenza dell'organizzazione, consapevolezza della propria mission, percezione esterna, reputazione, appeal commerciale, ecc ecc.
Quindi la funzione Comunicazione è spesso anche al centro di critiche. C'è quindi la necessità di rendere consapevole l'organizzazione intera di ciò che le RP possono offrire e di riuscire a offrire ai colleghi anche strumenti e procedure di miglioramento. 
Fare le PR delle PR? Eh sì, le PR al quadrato.


giovedì 26 gennaio 2012

Ai nervi, ai nervi!

Ultimamente mi danno ai nervi alcune campagne pubblicitarie.
In particolare quella di Fiat sulla Panda e quella dell'aumento di capitale Unicredit.
Giocano su sta retorica nazional-popolare, straitaliana, uniti si vince, siamo quello che produciamo, ecc ecc.
Ma de ché? Unicredit.EU un gruppo europeo e Fiat Automobiles by MarkyOnne Usa?
Posto che non mi vorrei sentire una Panda (non me ne voglia la Panda) ma come minimo mi vorrei sentire Maserati o Lamborghini, ma anche i cartelli stradali di Pomigliano, stanno lì come un ricattino molto molto fastidioso... se non compri, cosa succede? L'operaio filmato come dovrebbe sentirsi. Un po' di eleganza Marky
Quando l'operazione venne fatta con la 500, credo avesse tutto un altro senso e credo tutti ne fossimo partecipi (nche senza averla comprata). Ma la 500 rappresentava l'Italia.
No comment sul fatto che partecipare all'aumento di capitale di Unicredit, sia dare una mano al paese...

domenica 22 gennaio 2012

SuperMediaMonti & il pudore (un po' patetico) del Relatore Pubblico italiano

Dopo qualche settimana di governo Monti mi aspettavo dai colleghi qualche appunto e qualche analisi della strategia comunicativa di governo.
Invece passano i giorni, passano le settimane, non se ne vede l'ombra.
E dire che ce ne sarebbe da dire. Credo che Peluffo, recentemente intervistato da Giancarlo Panico nell'eccellente ultimo numero del magazine Ferpi, sia un ottimo relatore pubblico: ho apprezzato il suo racconto del 150° qualche mese fa insieme ai colleghi Ferpi. 
Non so se la strategia di Monti sia guidata o solo consigliata da Peluffo, ma sicuramente posso affermare che tempistiche e modi di uscite media sono stati accuratamente studiati con un'attenzione maniacale: gli endorsement esteri, le conferenze stampa, le foto, le interviste sui giornali esteri, il road show europeo, la tappa alla City di Londra, il naming delle fasi (fase 1: SalvaItalia, fase 2: CresciItalia) che definisce anche il frame dell'azione di governo, le presenze televisive, la luna di miele con certa stampa.
Ad esempio prima dell'incontro con la Merkel, che ovviamente i rispettivi sherpa avevano preparato, Monti ha dato un'intervista a Die Welt in cui definiva il suo frame interpretativo e la Sua narrazione.

Siamo davanti a uno dei più grandi momenti di cambiamento del paese. Come in ogni cambiamento il racconto che se ne fa inciderà sulla sua percezione e sulla sua reale efficacia. Lo sappiamo tutti. Mi piacerebbe sentire i colleghi cosa ne pensano.
O il fatto che nessuno di noi parli è dovuto al fatto che ognuno di noi ha un qualche cliente nelle varie lobby colpite da liberalizzazioni e aperture di mercato?
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Un report di Ragan Communications su come comunica la Sanità online negli States. Consigliato ai comunicatori della sanità italiana per gli spunti che possono offrire la qualità dei contenuti e il numero di casi analizzato.

Di Ragan Communications se ne è già parlato su questo sito altre volte e io personalmente faccio ormai un (ab)uso quotidiano delle risorse che offre: dal generalista PR Daily a HR Communication per la comunicazione interna fino ad Health Care Communication News.
Proprio iscrivendomi agli aggiornamenti di quest’ultimo ho ricevuto il report Best Practices in Health Care & Hospital Brand Journalism, Content Marketing and Social Media, che spiega come i più importanti ospedali statunitensi e diverse tra le organizzazioni sanitarie utilizzano l’organization (o brand) journalism, l’online marketing e i social media per costruire solide relazioni con i pubblici interni, per migliorare le relazioni pubbliche e per promuovere i loro servizi.
continua su Ferpi.it

lunedì 16 gennaio 2012

Cinque, anzi quattro, cose da sapere prima di uscire con un Relatore Pubblico

Traduco e sintetizzo questo simpatico post (anche se nella traduzione si perde un po' di humour british e giochi di parole) della collega inglese Laetitia Redbond, account executive presso Flagship Consulting di Londra, pubblicato sul blog della sua società.


Ecco le quattro cose da sapere prima di uscire con un PR (le

Le nostre relazioni sono la nostra prioprità.
Dato che il nostro lavoro riguarda la soddisfazione dei bisogni di moltpe persone, siamo bravi a costruire relazioni. Siamo abili a mediare, a moderare e a far in modo che le cose accadano. “Fantastico,” starai pensando “questa cosa mi piace.”
Oh, aspetta, pensavi che intendessi la nostra "relazione" con te? Per l'amor del cielo... no. Abbiamo ampi network di contatti; abbiamo più “relazioni” di quante sono le isole di Richard Branson (in realtà ne ha solo una...)
Il fatto è che siamo persone, anzi animali sociali, e quindi senza dubbio siamo in grado di conoscere in un qualsiasi bar almeno tre volte tante le persone di quel che faresti te.

Siamo molto positivi.
Vieni da noi con un problema e ti daremo sempre la soluzione. Ci piace tanto cambiare le situazioni che a volte ci dimentchiamo come erano le cose all'inizio.
Alcuni lo chiamo spin, ma non noi. Preferiamo pensare a noi stessi come grandiosi raccontastorie (storytellers); non ci sarà mai un silenzio imbarazzante a una cena se saremo presenti, mai.

Siamo fonti di conoscenza
Sappiamo un po' (poco) di tutto – che è in pratica il nostro lavoro! A volte siamo troppo intellettuali e acculturati per guardare trasmissioni tipo Il Grande Fratello, ma nel nome della contemporanea cultura pop siamo ben lieti di mettere da parte i nostri principi. Si tratta infatti,  in questi casi, di analisi e ricerca, non di intrattenimento. Questo significa che siamo incredibilmente utili per tutte le domande incentrate su celebrità e consumi nei quiz da pub; ovviamente solo per lavoro.
Sappiamo cosa è hot e cosa non lo è
Siamo sempre sul pezzzo quando si tratta di sapere cosa c'è di nuovo. Lavoriamo sei mesi in anticipo sulle cose. Early adopters, qualcuno potrebbe definirci.  Quando pensi a qualcosa di figo, ci sono molte probabilità che noi ci siamo stati e l'abbiamo fatto— più spesso a un evento di settore.

Siamo incredibilmente efficienti.
Ritornando al primo punto, abbiamo un casino di persone con cui stare in contatto, quindi per forza siamo piuttosto bravini nell'organizzare cose. Tuttavia questo ci costringe a un'agenda super-piena, quindi ti troverai inserito/a nel sempre presente calendario BlackBerry, probabilmente come attività del weekend o serale.
Ti troverai anche a cene interrotte dal flash rosso del BlackBerry, che ci avvertiranno di una new su un qualche social media. Per favore permettici di controllare che i nostri social networks siano aggiornati; non ci metteremo più di un minuto. Il mondo potrebbe finire se ce lo impedissi.

Con questo sei pienamente brieffato/a su cosa aspettarti dall'altra metà — buone, cattive e a volte anche sconcertanti caratteristiche dei relatori Pubblicui. Trattaci bene e diventerai il nostro cliente preferito. Qualcosa da aggiungere?

Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/