sabato 17 gennaio 2015

Comunicazione interna e architettura (...e neuroscienze)

In questi ultimi mesi, in seguito al terremoto che ha colpito il sito produttivo in cui lavoro, ho potuto seguire molto da vicino la progettazione e la ricostruzione di spazi lavorativi.
Ieri in una chiacchierata con alcune colleghe che si occupano di neuromarketing ho proposto di tenere in considerazione come ambito di sviluppo per la applicazioni di questa disciplina anche la progettazione degli spazi lavorativi. 
Il mio ragionamento è: come esiste una profonda attenzione nella progettazione degli spazi commerciali per spingere il cliente a vivere un'esperienza coinvolgente (a volte indimenticabile come nel caso di Abercrombie & Fitch: leggi questo bel pezzo su Brandforum) così dovrebbe accadere nella progettazione dello spazio di lavoro a fini di employee engagement. Ma non solo. Penso che oltre alla progettazione di spazi migliori, occorrerebbe predisporli per favorire l'interazione e la comunicazione interna. Ricordo di aver letto un bell'articolo di HBR un paio di anni fa sul tema dell'ergonomia in senso lato (qui tradotto a pagamento: clicca su HBR Italia).
Ovviamente ci sono già studi e gli architetti - con i loro compari ingegneri - dovrebbero avere già metabolizzato questi input (cfr. questo paper: Architettura e Neuroscienze) come si vede nelle sedi di Yahoo, Google, Skype e Microsoft.

Ma ciò che io suggerisco è di andare oltre ed è l'idea che la comunicazione interna aziendale (o la strategia e l'approccio di comunicazione interna) dovrebbe essere sempre coinvolta nel processo di progettazione degli spazi e degli edifici lavorativi - tenendo presente anche le neuroscienze:
immagino ad esempio lo spazio della sala sosta, la macchinetta del caffè, come uno spazio particolarmente interessante da sviluppare; oppure ancora le bacheche destinate alle comunicazioni della direzione o del personale; oppure ancora il posizionamento di schermi non solo per comunicare a, ma anche per comunicare con.
Insomma costruire uno spazio di lavoro è troppo importante per lasciarlo fare ai soli architetti.
In questo senso ricordo un tentativo che andava in questo senso, fatto dagli amici e colleghi Dallaturca e AndreoliCavaletti con il sottoscritto alcuni anni fa, che nell'ambito di un restauro di uno spazio destinato alla formazione aziendale, aveva l'obiettivo di disegnare luoghi di interazione e socializzazione, insieme a spazi di comunicazione interna.  

giovedì 8 gennaio 2015

Siamo tutti Charlie Hebdo


Ho sempre ammirato Wolinski fin dai tempi di Cuore e Blue; e poi dopo quando recuperai le vecchie copie del Male e di Linus. Ho sempre ammirato la satira e i fumettisti francesi per la qualità del lavoro. Ho ammirato Charlie Hebdo per il coraggio in questi anni. 
Ieri la tragedia. oggi giornali e giornalisti di tutto il mondo hanno preso posizione immediatamente. Cosa possiamo fare noi relatori pubblici?
Io credo possiamo fare tante cose.
Cercare di appoggiare iniziative come la Cordoba Initiative come già alcuni colleghi hanno fatto (TMF in particolare) promuovendo la visibilità delle voci moderate tra i musulmani.
Allo stesso tempo dobbiamo integrare e includere nei nostri gruppi di lavoro queste voci di altri mondi.
Allo stesso tempo dobbiamo stigmatizzare la violenza e sottolineare il ruolo della comunicazione nella reciproca comprensione, valorizzando l'ascolto e evitando la propaganda. 
Allo stesso tempo dobbiamo promuovere valori (occidentali? sì!) di cui possiamo essere fieri e che vengono ripresi dai nostri codici etici (Ferpi, Global Alliance) in particolare per quanto riguarda la libertà di espressione come dice l'Articolo 3 del Codice di Condotta di Ferpi: 
"Nell’esercitare la sua attività professionale ogni iscritto alla FERPI è tenuto a rispettare i principi della dichiarazione universale dei diritti umani con riferimento specifico alla libertà di espressione e alla libertà di stampa ed informazione, da cui deriva per effetto concreto il diritto di ogni individuo di ricevere tutte le informazione..."
Dobbiamo sempre ricordarci di essere parte di una comunità globale di professionisti che si riconosce in determinati valori universali e che può contribuire al miglioramento della società, anche grazie ad una virtuosa pratica professionale.


Nuovo blog

Dal 2 gennaio pubblico i miei post su  https://pranista.blog/