mercoledì 17 settembre 2008

Branding Nations

Il 14 settembre su Repubblica è uscita un'anticipazione del nuovo numero di Limes dedicato alla Russia con l'intervento di Lucio Caracciolo che ha incontrato Putin...
Non ho ancora avuto modo di dargli un occiho ma navigando sul sito di Limes credo ci siano diversi spunti di comunicazione in particolare riguardo alla battaglia di informazione/propaganda tra Russia, Georgia e rispettivi alleati (e relative agenzie di PR) ma anche sulla mancanza della Cina di un marchio (il soft power per diventare una superpotenza).

Sulla Russia:

Quando ci riceve a tavola nel centro termale Rus', a Soci, Putin non ha ancora smaltito l'irritazione per il modo in cui la stampa occidentale ha in genere riferito della guerra. "Sono sorpreso di quanto potente sia la macchina propagandistica del cosiddetto Occidente", esordisce. Più che la rabbia per come i nostri media hanno coperto la guerra del Caucaso, scatenata dall'innominabile Saakashvili (sul quale Medvedev avrà parole sprezzanti, dandogli del drogato - "sappiamo che prende narcotici"), conta il giudizio sulla crisi del blocco che ha vinto la guerra fredda. "L'Occidente non è omogeneo, non è un monolite. Le decisioni unilaterali americane lo stanno distruggendo. Nessuno ne può più di questo modo di agire".




Sulla Cina:


"Forse il governo cinese riuscirà a crescere ancora economicamente mantenendo l'equilibrio interno, ma per diventare una vera superpotenza la Cina deve riuscire a promuovere il suo marchio a livello internazionale. Deve attrarre più che spaventare. Non basta vendere le proprie merci e attirare investimenti stranieri. Il deficit di simpatia e di influenza culturale pesa."

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