domenica 22 gennaio 2012

SuperMediaMonti & il pudore (un po' patetico) del Relatore Pubblico italiano

Dopo qualche settimana di governo Monti mi aspettavo dai colleghi qualche appunto e qualche analisi della strategia comunicativa di governo.
Invece passano i giorni, passano le settimane, non se ne vede l'ombra.
E dire che ce ne sarebbe da dire. Credo che Peluffo, recentemente intervistato da Giancarlo Panico nell'eccellente ultimo numero del magazine Ferpi, sia un ottimo relatore pubblico: ho apprezzato il suo racconto del 150° qualche mese fa insieme ai colleghi Ferpi. 
Non so se la strategia di Monti sia guidata o solo consigliata da Peluffo, ma sicuramente posso affermare che tempistiche e modi di uscite media sono stati accuratamente studiati con un'attenzione maniacale: gli endorsement esteri, le conferenze stampa, le foto, le interviste sui giornali esteri, il road show europeo, la tappa alla City di Londra, il naming delle fasi (fase 1: SalvaItalia, fase 2: CresciItalia) che definisce anche il frame dell'azione di governo, le presenze televisive, la luna di miele con certa stampa.
Ad esempio prima dell'incontro con la Merkel, che ovviamente i rispettivi sherpa avevano preparato, Monti ha dato un'intervista a Die Welt in cui definiva il suo frame interpretativo e la Sua narrazione.

Siamo davanti a uno dei più grandi momenti di cambiamento del paese. Come in ogni cambiamento il racconto che se ne fa inciderà sulla sua percezione e sulla sua reale efficacia. Lo sappiamo tutti. Mi piacerebbe sentire i colleghi cosa ne pensano.
O il fatto che nessuno di noi parli è dovuto al fatto che ognuno di noi ha un qualche cliente nelle varie lobby colpite da liberalizzazioni e aperture di mercato?

1 commento:

  1. Ho trovato l'articolo molto interessante per gli spunti di riflessione che offre su quelli che sono i limiti dell’influenza di un relatore pubblico. Probabilmente Peluffo ha lavorato avvicinandosi molto alla perfezione, ma anche gli altri interlocutori (Confindustria, sindacati, corporazioni, ecc) si sono fatti sentire. I media hanno dato ampio risalto a tutte le campane, compresi i movimenti di “forconi” e simili che, con o senza comunicazione organizzata, hanno goduto di notevole risonanza.
    Se poi siamo davvero davanti a uno dei più grandi momenti di cambiamento del paese lo dirà il tempo.

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