martedì 21 ottobre 2008

Zuperenalotto & le Relazioni Internazionali Pubblicolose

Sono reduce da una fiera molto ben riuscita sul Motorsport cui ho prestato con la mia agenzia una decisiva consulenza di relazioni pubbliche internazionali e comunicazione.

Siamo riusciti fin dalla prima edizione ad accreditarci come fiera internazionale, a portare diverse missioni di buyer, a coinvolgere i giusti stakeholder (media e operatori business), a dare a Modena (e all'Italia) la fiera professionale sul Motorsport che meritava.

Nella fase di misurazione (quella in cui ci troviamo adesso), di rilevazione della customer satisfaction e di analisi di ciò che è stato fatto emerge un dato. Al di là della soddisfazione degli espositori salta agli occhi la scarsa propensione italiana all'internazionalità... in un settore globale come quello dell'alta tecnologia (che a cascata viene applicata oltre che da motorsport, meccanica e automotive anche da aerospazio e difesa: settori chiave di un'economia evoluta) gli stessi operatori italiani non hanno sufficienti strumenti di comunicazione e relazione per il mercato internazionale.

Ovvio, non tutti. Alcuni sono piccoli gioielli, altri si arrangiano, etc. etc. Ma gran parte mancavano di mezzi di relazione: dal banale biglietto da visita alla brochure in lingua, dal responsabile dello stand che parli inglese (ma anche tedesco, francese, spagnolo) a strumenti più evoluti come video-presentazioni e interpreti, e così via.

Intanto impazza la febbre da Zuperenalotto ed entrando vergine in un bugigattolo per giocarmi 6 numeri mi imbatto in questo spaccato d'Italia speranzoide. Non c'entra nulla, ma vorrei giocarmi sei numeri anche su un piccolo salto delle nostre agenzie di pr/comunicazione: che forniscano strumenti globali di relazione e non si accontentino del compitino local-local.

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