sabato 12 gennaio 2008

Naple Trash. Comunicazione in crisi

A prescindere (sempre che si possa prescindere) dalla tragedia sociale dell'emergenza-rifuti a Napoli e dintorni, le considerazioni relative all'immagine e alla reputazione di Napoli sono più che ovvie. Come sottolineava ieri Il Sole sono circa 70 milioni di euro i danni stimati per il solo settore del turismo nella prossima stagione.

I principali media del mondo hanno parlato dell'emergenza: New York Times, CNN, Al Jazeera, Reuters, Herald e via così, basta mettere su Google news naple+trash per avere un rassegnino degno della crisi più nera.
Considerato il fatto che Napoli è uno dei riferimenti principali nel mondo dell'immaginario relativo all'Italia è abbastanza scontato e naturale considerare che questa crisi danneggerà l'intera immagine turistica nazionale e non solo. Alla faccia Crisis Communication...
Ma chi se la ciuccia questa pesca?
A parte invocare lo stato di crisi sarebbe interessante (oltre a cercare di risolvere il problema) che tutti i soggetti interessati a comunicare Napoli e la Campania cercassero di studiare una strategia condivisa di comunicazione di crisi - magari già dal convegno Sistem Turismo Italia promosso dallo studio Ambrosetti in programma proprio a Napoli il 17 gennaio: tra l'altro dovrebbe esserci pure Rutelli, che se non sbaglio oltre al turismo ha la responsabilità di promuovere l'immagine della Marca Italia.

Lasciando per ora perdere la gestione di questa crisi da parte di Iverola e Baxolino invece... che è riuscita a resuscitare il mai sopito antimeridionalismo (spesso antinapolismo) micatanto latente qui in Padania.

A parte questo forzo necessario e urgente, la crisi di Napoli può invece rappresentare un'opportunità di comunicazione per l'intero settore italiano della raccolta differenziata, del riciclo e dello smaltimento dei rifiuti.
Cosa c'è di meglio che mostrare queste immagini per educare noi tutti italiani a una maggiore responsabilità nei confronti della raccolta differenziata e a una maggiore sensibilità verso l'ecologico e il materiale riciclato?

1 commento:

  1. ROVINETTI A PROPOSITO DI NAPOLI (da comunicazioneitaliana.it)

    Adesso non basterà più rovistare nel polveroso baule della demagogia e dei luoghi comuni. Non basterà più raccontare di una città piena di problemi che scompaiono magicamente nel suono di una tarantella o di fronte ad un cameriere che ha le fattezze di un giocatore di calcio. Non basterà nemmeno l'eterno gioco di fare politica a suon di slogan. "Sozzoni. Incapaci. Ladri", questo era il titolo di un quotidiano nazionale di lunedì 8 dicembre. Ogni commento è superfluo.
    Molte sono le lezioni che possono essere tratte dai roghi che si alzano dalle strade e dalle piazze di Napoli. Ma la lezione delle lezioni è che i problemi si risolvono affrontandoli e non limitandosi ad additare vecchi e nuovi mali che pur ci sono in quella parte d'Italia.
    Non ho una mia personale spiegazione né una mia personale soluzione ad un problema, quello dei rifiuti, che ogni Paese europeo e non solo ha già affrontato e risolto.
    E' chiaro che a Napoli si sono manifestate, con diversa intensità ma allo stesso tempo, cinque fasi di crisi:

    1.quella delle relazioni tra politica e cittadini
    2.quella della capacità di amministrare
    3.quella di un'informazione che informa su tutto quello che non serve e molto meno sui problemi reali
    4.quella della mai dimostrata accondiscendenza di una parte della città alla criminalità organizzata
    5.quella della comunicazione istituzionale

    Per troppo tempo ciascuno di questi settori ha viaggiato per proprio conto senza mai scontrarsi, senza mai decidere di cambiare davvero. Da questo punto di vista l'immondizia è stato un grande detonatore sociale, una gigantesca presa di coscienza collettiva. La certezza di non essere più una plebe da blandire ad ogni compagna elettorale ma una comunità a cui certamente competono doveri, ma a cui da troppo tempo sono stati negati diritti fondamentali. Raccontare oggi Napoli tra folclore e vittimismo, dunque, non può più essere accettato a cominciare proprio dai napoletani.
    Mi onoro di avere insegnato per alcuni anni all'Università Suor Orsola Benincasa e di aver potuto frequentare centinaia di giovani intelligenti, entusiasti ma già delusi. Delusi ma non rassegnati.
    Trasformare quella delusione in atteggiamenti positivi mirati al bene comune è compito delle Istituzioni, della politica, della Scuola e della Chiesa.
    "I cittadini vanno ascoltati e non bastonati" ha detto il sacerdote nell'omelia di domenica scorsa a Pianura. Vorrei aggiungere che i cittadini vanno ascoltati ma anche chiamati a collaborare con le Istituzioni per migliorare la comunità e la città.
    A Napoli, è bene dirlo, ha anche fallito la comunicazione istituzionale che non è stata capace (o non è stata messa in grado di farlo) di svolgere due suoi compiti essenziali. Quello di ridurre le distanze tra chi amministra e chi è amministrato e quello di coinvolgere i cittadini per farli sentire protagonisti del proprio futuro.
    Un percorso comunicativo non semplice sul quale tornare nelle prossime settimane.
    Per ora auguro a Napoli e a tutti noi di superare insieme questa stagione di disillusioni e mediocrità.

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