lunedì 17 dicembre 2007

PUBLIC RELATIONS & CRONACA NEGRA

Nella mediatizzazione dei casi di cronaca nera degli ultimi tempi, da Cogne a Perugia passando per il caso mondiale della bambina inglese Madeleine (http://www.findmadeleine.com/) le PR hanno un ruolo non di secondo piano.

Sul numero di PR Week della scorsa settimana c'è un bel servizio sul responsabile PR della famiglia Mc Cann: Clarence Mitchell, ex giornalista e inviato della BBC (cfr. profilo sul sito BBC)


Mentre i luridi tabloids portoghesi accusano implicitamente o esplicitamente la famiglia per l'assassinio della bimba, ripresi ampiamente dai tabloids inglesi... (questi invece non definiti luridi) il portavoce dei McCann tenta di riaccreditare la possibilità che la bimba sia solo scomparsa e non sia ancora morta.


L'industria delle PR, cavalcando il giornalismo più scandalistico ma anche quello apparentemente più serio) sta sviluppando un filone nero, molto fruttifero, filone che - seguendo le teorie di Grunig - può essere identificato come il degno erede del modello di PR dei Press Agent alla Barnum.


Si tratta di un'industria che probabilmente se venisse studiata (e monetizzata) darebbe una parziale spiegazione sulla deriva sensazionalistico-scandalistica dei media di oggi. Ovvio non tutto è colpa/merito delle PR, ma se consideriamo in senso esteso i vari casi comunicativi del filone nero degli ultimi tempi ci possiamo facilmente rendere conto di quanto spazio (e di conseguenza di quanto valore) abbiano occupato negli ultimi anni:
Madeleine Mc Cann, Perugia, Corona e non ultima la fam. Franzoni di cui è possibile avere il (non)piacere di ascoltare le analisi comunicative del portavoce (sacerdote-nonché scienziato della comunicazione).


Brand Republic sul caso di PR:
http://www.brandrepublic.com/News/770213/McCann-spokesman-questions-UK-press-practices/

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