sabato 2 febbraio 2013

La Ferpi che vorrei, secondo PRanista. Amen!


Pubblico sul blog il post che riassumeva il mio intervento a Ferpi Talk per la Ferpi che vorrei:

Roberta, purtroppo Ferpinet non funziona bene e quindi è sia letto sia utilizzato poco. Sarà fondamentale nella nuova Ferpi dotarsi anche di piattaforme di social networking adeguate (ad esempio perché non usiamo Yammer?). Comunque a parte questo, che in realtà è un po’ la cartina al tornasole di qualcosa che non funziona internamente, vorrei riportare alcuni punti che sabato ho toccato ma che in 5 minuti era impossibile approfondire.
Compatibilmente con le indicazioni per le associazioni professionali riconosciute, la Ferpi di cui vorrei essere membro attivo tra dieci anni per me dovrebbe essere un soggetto in grado di scrivere un capitolo della storia di questo paese e di questa professione.
Per farlo credo che dovrebbe:
1- essere chi fa “Cultura delle relazioni pubbliche” anzitutto con una formazione interna di ALTA QUALITA’, ma anche organizzando ogni anno un forum delle Relazioni Pubbliche nazionale a pagamento con seminari e conferenze, costruendo insieme alle università percorsi di formazione verso la professione (cfr. modello canadese Pathways to the Profession) e soprattutto tematizzando le grandi questioni sulle quali possiamo dire qualcosa. Ad esempio l’Oscar di Bilancio dovrebbe permetterci di essere protagonisti nel dibattito pubblico su trasparenza, stakeholder governance, rendicontazione, ecc.
2- consolidare e mettere a frutto il credito internazionale di cui Ferpi gode (grazie al lavoro meritorio di nostri soci in passato) partecipando attivamente alla Global Alliance, portando in Italia speaker e esperienze internazionali per confrontarci regolarmente con esse, offrendo ai soci opportunità di internazionalizzazione (incontri di networking, ecc.)
3- dimagrire e diventare una Ferpi LEAN, quindi più snella e flessibile, con meno spese fisse, meno organi sociali (non dovremmo pubblicare internamente almeno l’analisi sulla Governance del socio Luigi Norsa?); portare gradualmente la quota annuale a 100 euro (non subito ma in qualche step); trasformare il mandato del direttore (che è pagato) in un ruolo più strategico e centrale dell’organizzazione (come mi sembrava fosse Vodopivec); dare la possibilità al presidente in carica di essere protagonista del dibattito pubblico oltre che di svolgere le funzioni necessarie per la legge.
Alcune cose non ero riuscito a dirle, altre le ho meglio chiarite (spero).

Pagina originale: http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_ferpi/notizie_ferpi/tutti-a-bologna-per-ferpi-talk/notizia_ferpi/45360/11

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