venerdì 4 settembre 2009

La Haine

Oggi a pranzo si parlava tranquillamentequando all'improvviso abbiamo toccato l'argomento della settimana... Boffo-Feltri-Berlusconi.
Al chè uno dei commensali si è lanciato in un discorso di odio, odio puro, che ha anche avuto modo di razionalizzare ma che era davvero pesante da ascoltare se non avesse infine escluso il regicidio.

Ricordo che un articolo di Italia Oggi di qualche settimana fa (forse inizio agosto) aveva già previsto che i movimenti di poltrona su Libero e su Il Giornale avrebbero portato a un periodo di artiglieria pesante sui nemici del Re.

Ora non so. La situazione non mi stupisce: non mi stupisce che l'anomalia italica comprenda anche i colpi bassi feltristi e belpietristi, né mi stupisce l'assoluta intolleranza del Cav. né il suo modello di comunicazione (cfr. Cucku model of Public relations di TMF).
Mi colpisce però il montare di un sentimento contrapposto, peraltro ben comprensibile contro il Potere Primo.
Se l'ordine dei giornalisti avesse un senso forse sarebbe intervenuto: non tanto a censurare ma a prendere posizione contro i killeraggi indiscriminati.
Da relatore pubblico mi sento imbarazzato: intervenire o non intervenire? Si tratta di un problema di deontologia giornalistica o in senso più ampio di etica della comunicazione? Se le black pr adesso le fanno i giornalisti, si crea una crisi nel sistema media piuttosto grave.
Lasciateci almeno fare i cattivi... verrebbe da dire cinically.
Volendo essere seri invece: quando la misura è colma, quando la barbarie straripa non è il momento di prendere posizione anche per noi?

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