martedì 15 settembre 2009

Il Cav. Bananudista, i solerti vassalli e il paese di... Mediocracy

Ci occupiamo di comunicazione e relazioni pubbliche. Non possiamo non parlare di Berlusconi.
Il problema è farlo senza banalità, senza pregiudizi e con l'obiettivo di capire qualcosa in più di quello che accade. E non basta neanche una visione come quella di Chomsky di Illusioni Necessarie - Mass media e democrazia.

Cosa accade quindi?

Accade che l'anomalia tutta italiana di Berlusconi (TV, Politica, Case editrici, giornali e radio, il Milan, banche, assicurazioni, immobiliari) cui si è conformato l'intero sistema complementariamente (il 50% +1 d'Italia: non avversari e alleati) o antiteticamente (l'altro 50%: gli avversari) in questi mesi sta raggiungendo un grado di conflittualità mai toccato prima.

E allora non è tanto questione di un regime come viene spesso indicato; ma è questione di come ne uscirà questa zoppa democrazia in cui il peso specifico dell'anomalia è tale per cui riesce a creare consenso e controllare punti nevralgici del sistema a scapito di tutto il resto del sistema. Non è regime perché non è l'avversario ridotto al silenzio, ma il non avversario e l'alleato che sono ridotti al consenso, tacito o meno.

E quindi Feltri scatenato contro i non avversari, dopo aver eliminato Boffo, punta il canone dritto a Fini. Non si tratta di colpire gli avversari (Repubblica, il PD, ecc.) ma di tenere buoni i non alleati, competitor veri per la leadership nel centrodestra.
Oggi Vespa, farà una trasmissione spottone per l'ennesimo successo di questo governo.
Il consenso si crea con la comunicazione: bastone (Feltri e altri valvassini) e carota (Vespa e solerti vassalli); riducendo al minimo la voce dell'opposizione che paradossalmente (ma non inspiegabilmente dato che trova quasi la sua natura nell'antiberlusconismo) si trova ingessata dal congresso imminente proprio in uno dei momenti critici del Cavalier Banana.
E' uno di quei momenti in cui il Cavaliere sta facendo attorno a sé terra bruciata, non si sa quanto consigliato o a volte guidato dai suoi vassalli, realisti più del re quando cancellano Ballarò o quando attaccano rabbiosamente il nemico. E allo stesso modo l'intera classe dirigente economica è paralizzata dal timore di incorrere nei modi non-Urbani e nelle ire del potere: è per questo che tutti noi facciamo fatica a parlare, ma ormai il re è nudista.

E allora non è solo videocracy, ma è mediocracy. Sono i media RaiSet ed è la media, anzi la mediana. Il valore ideale è aritmicamente la mediana. Insomma non occorre avere il consenso del 50% + 1 per governare, cioè governare la media; occorre governare la mediana, di alleati e non avversari. Ed è con il ricatto (il centro colpito da Feltri) la promessa (l'area leghista accontentata politicamente) e il sogno (l'elettorato fozista abbeverato alla Tv RaiSet) che il blocco di potere mediocratico tiene tutto insieme.

Ma è un sistema pronto ad implodere perché le relazioni così impostate stanno stritolando il tutto dilaniando il paese, in un conflitto civile (una sorta di guerra civile soft) permanente dilaniante. Quanto durerà? Sembra di vivere l'impaziente attesa di un crollo imminente.
Ma soprattutto cosa succederà dopo? Che ne sarà dei novelli Appelius mediocratici? Come si comporterà il blocco di potere morente? Ripeterà - in salsa mediatica - la sanguinolenta guerra civile che ancora taglia a metà il nostro paese? E gli altri?
E i problemi del paese?

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