sabato 16 maggio 2009

Ahi, ahi... le Traduzioni Pericolose

Sempre più spesso capita di imbattersi in traduzioni assurde italiano-inglese su siti web, brochure, video, presentazioni, ecc.
Anche recentemente l'amico Chrys Aylett, presidente del MIA (Motorsport Industry Association) si è raccomandato con i rappresentanti di associazioni imprenditoriali del motorsport italiano di preparare i propri associati all'incontro biz in fiere internazionali, di curare il layout adeguatamente e soprattutto di essere pronti a parlare inglese.

Mentre da un lato l'email e la relazione può anche basarsi su un inglese non proprio oxfordiano, diventa sempre meno tollerabile la mancanza di attenzione alla traduzione. di docs istutzionali, tecnici e ufficiali Appare così più che ridicolo trovarsi di fronte a traduzioni maccheronics o pseudo(lo)letterali che inficiano alla base l'autorevolezza del referente.
Meglio spendere 500 euro in più per una buona revisione dei propri testi istituzionali che fare la figura del peggior pecoreccio.

2 commenti:

  1. rilancio: biagio, forse quello che stigmatizzi sul tuo post è un richiamo forte soprattutto per le nuove generazioni di comunicatori. da un lato, obviously, la conoscenza dell'inglese.. non quello dell'università, ma quello costantemente appreso dalla lettura di blog, gionali e media stranieri (e perchè no, dal vivere un'esperienza all'estero).
    ma la questione ha anche a che fare con la consapevolezza che la nostra è una professione che è globale ...o non è. una volta, forse, quello che succedeva dall'altra parte del mondo non aveva infleunza sul nostro modo di operare. oggi, il 24/7 ci ha insegnato ad essere always on e influenzabili...
    il richiamo alla responsabilità del singolo professionista è immediata, come pure per le associazioni professionali che dovrebbero facilitare la presa di consapevolezza delle conseguenze che il nostro approccio può portare alle organizzazioni per cui lavoriamo.
    che ne pensi?

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  2. Concordo con te.
    Qualche anno fa organizzammo un road show mondiale che attraversò più di dieci paesi da Londra a Pechino.
    Bene, i belgi si stupirono positivamente del fatto che avessimo traduzioni in francese così ben curate e che i comunicati fossero, oltre che in inglese, anche in russo e tedesco. Solitamente, ci dissero, gli italiani arrivano a mala pena con la traduzione in inglese.
    L'ambasciatore russo e il console tedesco che erano statio invitati alle cene di gala segnalarano ai rispettivi governi il fatto e trovammo un'accoglienza e una disponibilità davvero eccezionale sia a Berlino sia a S. Pietroburgo.
    Questa è una BEST. La prossima sarà invece una WORST PRACTICE.

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