sabato 19 gennaio 2008

Audiospotlight: illusione sonora o marketing di prossimità?

L'ho letta su Il Mondo e cercando su internet nei siti italiani ho trovato solo questo pezzo di PuntoInformatico.it  a firma di Luca Annunziata. Strumento particolarmente adatto al marketing di prossimità.

Spot sparati direttamente nel cervello
Roma - Passeggiare per Manhattan come tutti i giorni, e all'improvviso sentire una voce nella testa: "Chi c'è, chi è là?". Il passante si volta perplesso: attorno a lui tutti sembrano proseguire per la loro strada, nessuno sembra aver sentito il grido d'avvertimento. Poi di nuovo la voce nella testa: "No, non è stata la tua immaginazione...". Roba che se soffri di cuore puoi restarci secco: eppure è solo pubblicità.

L'installazione newyorkese che pubblicizza Paranormal State
Si tratta della trovata, invero piuttosto originale, di un creativo statunitense per promuovere unanuova serie tvParanormal State, ennesima rivisitazione di storie su presenze eteree e poteri metafisici. Per funzionare, sfrutta la tecnologia audiospotlight sviluppata dalla statunitense Holosonic, in grado di indirizzare un fascio sonoro verso un punto specifico di una stanza o, come in questo caso, di una strada.

Una tecnologia ideata negli anni settanta, e che ricorda molto quella che sta sviluppando Microsoft per i PC. Grazie all'impiego degli ultrasuoni, è possibile realizzare veri e propri coni di impulsi: di per sé, le onde sonore di lunghezza d'onda molto ridotta risultano inaudibili dagli esseri umani, ma attraversando l'aria vengono distorte, in modo matematicamente prevedibile, e possono dunque essere controllate con precisione per renderle avvertibili e focalizzate in punti specifici.
L'invenzione nasce per i musei e più in generale per le attrazioni turistiche. La sua utilità in una galleria d'arte è evidente: il visitatore passa davanti al quadro e ascolta una spiegazione dettagliata di quanto sta guardando, senza che il sovrapporsi dei messaggi di ciascun quadro crei un fastidioso effetto cacofonico.
L'idea è adatta anche per i locali, ad esempio per creare zone dove si ascolta la musica - magari per ballare - e zone dove invece è possibile chiacchierare. I fasci sonori funzionano proprio come gli analoghi fasci di luce: sono direzionali, possono rimbalzare su una superficie per creare un effetto diffuso e sono assolutamente innocui. Solo un po' terrorizzanti, almeno se non ci si è abituati.

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